Maltempo, dieci milioni di danni
Chiesto lo stato di allerta

Mentre ancora si lavora per rimediare alle ultime sferzate del maltempo, è pronta la conta dei danni causati dalle bombe d’acqua di fine giugno e primi di luglio: complessivamente, almeno 10 milioni di euro. La metà per i danni all’agricoltura e ai vigneti, secondo le stime della Coldiretti Bergamo, l’altra arriva dai Comuni. ronchi spezzati.

Mentre Comuni e privati sono ancora al lavoro per costruire il quadro dei danni causati dall’eccezionale ondata di maltempo di martedì sera e mercoledì mattina, è stata completata la stima di quelli causati dalle «bombe d’acqua» che hanno flagellato la provincia tra la fine di giugno e i primi di luglio quando, per esempio, un intero quartiere a Villongo era annegato per due volte in due settimane nell’Uria uscito dall’alveo o una serie di frane era scesa sulla provinciale che da Adrara San Rocco sale ai Colli di San Fermo, da allora mai più riaperta.

Per il maltempo del periodo tra il 25 giugno e l’11 luglio, 25 Comuni hanno presentato un conto complessivamente vicino ai cinque milioni di euro: precisamente, due milioni e 700 mila per danni al territorio e alle infrastrutture, mentre gli altri due milioni e 116 mila sono quelli caricati dai privati.

La cifra totale è stata «scremata» dalla Ster (Sede territoriale della Regione), che dopo i sopralluoghi dei tecnici ha vagliato le singole richieste ed è scesa - solo per i danni censiti dai Comuni su territorio, strutture e infrastrutture pubbliche -, da 2,7 a un milioni e 516 mila euro: circa 133.500 per gli interventi di somma urgenza, 471 mila per i danni al territorio e 950 mila circa per quelli alle infrastrutture.

Con questa cifra finale, la Ster è scesa al Pirellone per chiedere lo stato di emergenza regionale per i fatti di fine giugno e primi di luglio. Non è affatto finita qui, perché di «bombe» e «bombette» dall’11 luglio ne sono purtroppo piovute diverse altre, quindi la Ster sta continuando a raccogliere, vagliare e spedire a Milano. Come succederà con gli ultimi danni di martedì sera e mercoledì mattina prima di questi due o tre giorni - speriamo di più - di tempo mica male.

Gli uffici tecnici dei Comuni coinvolti in questa tornata sono già al lavoro per compilare le cosiddette schede Rasda (Raccolta schede danni): dalla data dell’evento anche i privati hanno tempo cinque giorni lavorativi per presentare la stima dei danni in municipio. E, secondo i primi conti, anche i costi di quest’ultima «bomba» che ha attraversato in particolare la fascia pedecollinare della Bergamasca, potrebbero non essere lontani dalla somma di altri cinque milioni di euro. Forse anche di più, perché stavolta all’acqua caduta copiosamente in poco tempo s’è sommato il vento fortissimo che ha fatto la sua parte, scoperchiando tetti e coperture di case e aziende. Senza dimenticare anche i danni alle coltivazioni stimati da Coldiretti Bergamo: altri cinque milioni.

È destinato quindi ad allungarsi l’elenco della spesa per quest’estate da mal di fegato, in cui abbiamo scoperto l’esistenza - dal vivo - del fenomeno bombe d’acqua. A cui né noi, né tantomeno il territorio, eravamo preparati. «Sono fenomeni – spiega l’ingegner Claudio Merati della Ster – che stanno mettendo a dura prova soprattutto il reticolo idrico minore: corsi d’acqua della fascia pedecollinare della provincia, penso al Lesina, al Morletta, all’Uria, al Quisa, stanno soffrendo moltissimo perché gli alvei stretti dall’urbanizzazione dei decenni scorsi, non tengono le piene improvvise e consistenti. Esondano, scoppia il sistema fognario, le strade si allagano e tutto il sistema idrico e infrastrutturale va in crisi». Bisognerà sperare che quest’estate sia una svista. Oppure cominciare a fare i conti su quanto potrebbe costare mettersi al riparo dai futuri «monsoni».

E nel frattempo, tenere bene a mente che la «fattura» già presentata al Pirellone - e quella che si presenterà alla fine di quest’ennesima ondata di maltempo - non sono garanzia di niente: se la Regione avrà soldi a disposizione, qualcosa arriverà. Altrimenti, bisognerà arrangiarsi (come al solito?).

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