Masso ciclopico pericolante
Sgomberate case e aziende

«Impressionante». Basta l'aggettivo del geologo Claudio Merati, dirigente della Sede territoriale della Regione (Ster) per descrivere il macigno che incombe su tre case, due aziende e una chiesetta in località San Rocco di San Pellegrino.


 

«Impressionante». Basta l'aggettivo del geologo Claudio Merati, dirigente della Sede territoriale della Regione (Ster) per descrivere il macigno che incombe su tre case, due aziende e una chiesetta in località San Rocco di San Pellegrino.


Alto circa 12 metri e largo quattro, è lontano alcune centinaia di metri, ma considerata la fortissima pendenza del versante, potrebbe raggiungere comunque gli edifici. E sotto si trova anche la strada provincialeche oggi, mercoledì, molto probabilmente, è stata chiusa al traffico.


Martedì, dopo la relazione dei geologi Alberto Frassoni e Marco Maggi, l'ordinanza del Comune: sono stati sgomberati una falegnameria, un capannone artigianale di un'azienda edile, tre case attualmente disabitate e la chiesetta della parrocchia di Fuipiano al Brembo.


«Già a giugno, dallo stesso macigno si erano staccati alcuni pezzi – spiega il sindaco Vittorio Milesi –. E dopo il sopralluogo con la Regione i proprietari dei terreni erano stati invitati alla pulizia delle aree. È stato durante questi sopralluoghi che è stato individuato il macigno pericolante. Abbiamo allora chiesto un sopralluogo dei geologi e dopo la relazione si è deciso per lo sgombero degli edifici che rientrano nel cono di possibile caduta del masso».


«Il macigno – spiega Merati – è inclinato del 75% e appoggiato su un cuneo di roccia calcarea fratturata. Dovesse rompersi la base, il masso precipiterebbe su un versante quasi verticale, spaccandosi in tanti pezzi e raggiungendo case e strada. Il muro di protezione e il paramassi esistenti non basterebbero a fermare la caduta».


Ma tutto il fronte sembra essere a rischio. «Il versante è spaventosamente fratturato – spiega l'ingegner Alberto Frassoni, autore della relazione tecnica per il Comune di San Pellegrino –. Già in passato erano state individuate nella montagna fratture profonde 60 metri e nell'alveo del Brembo si trovano macigni precipitati in altre occasioni. Considerate le caratteristiche del versante non è assurdo ipotizzare che si possano staccare pezzi di montagna».


«Il rischio in quell'area è significativo – conclude Merati – come peraltro individuato dal nostro studio idrogeologico sulla valle. Si dovrà valutare attentamente come intervenire per la messa in sicurezza sia del macigno sia di tutto il versante».

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