Maxifrode da 400 milioni
Sequestrati beni a 4 società

Il meccanismo è il solito della frode cosiddetta «carosello»: grazie a passaggi di beni – in questo caso prodotti elettronici – provenienti dai Paesi della Comunità europea e ceduti a operatori italiani, l'impresa detrae l'Iva dei prodotti nonostante il venditore (compiacente) non l'abbia mai versata.

Il meccanismo è il solito della frode cosiddetta «carosello»: grazie a passaggi di beni – in questo caso prodotti elettronici – provenienti dai Paesi della Comunità europea e ceduti a operatori italiani, l'impresa detrae l'Iva dei prodotti nonostante il venditore (compiacente) non l'abbia, in realtà, mai versata.

Con questa tecnica illegale, tra il 2008 e quest'anno, 46 persone avrebbero frodato qualcosa come 400 milioni di euro. A scoprirlo la Guardia di finanza di Como, che ha individuato 38 società coinvolte – secondo l'accusa – nel presunto sistema fraudolento: quattro di queste hanno sede a Bergamo città.

Per questo anche Bergamo mercoledì mattina è stata interessata da un maxi sequestro di beni immobili operato dal nucleo di polizia tributaria delle fiamme gialle di Como, su disposizione della Procura di Busto Arsizio.

Ai 46 indagati in tutta Italia – quattro a Bergamo – vengono contestati, a vario titolo, i reati di associazione a delinquere, frode fiscale, truffa, falso e favoreggiamento. Nell'ambito dell'indagine è pure emersa una presunta truffa nella truffa: alcune banche e finanziarie avrebbero infatti concesso crediti per ben 6 milioni di euro ad alcune delle imprese coinvolte, sulla base, però, di fatture emesse nei confronti di società in realtà inesistenti.

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