Mense scolastiche, spreco nei piatti
Spinaci e pollo non amati dai bambini

Spinaci e coscette di pollo lasciati nei piatti in quantità industriale. Gnocchi al pomodoro e lenticchie con carote sufficienti per sfamare un reggimento. Eccoli i cibi meno amati dai bambini e, soprattutto, più scartati in nove mense scolastiche della città.

Per due settimane il Comune in collaborazione con l’Asl e la Sercar (la ditta che fornisce i pasti) ha pesato gli avanzi lasciati nei piatti dagli alunni di nove scuole elementari e il risultato è stato sorprendente: 1.108 chili di cibo scartato pari a 8.306 porzioni su un totale di 45.191 distribuite ai bambini che usufruiscono del servizio. «Uno scarto così rilevante - spiega l’assessore all’Istruzione Loredana Poli - che anche l’Asl ritiene non sia più tollerabile che ci sia una tale quantità di cibo avanzato e si è attivata per ristudiare i menu».

Nero su bianco ci sono i risultati del primo step del progetto promosso da Palazzo Frizzoni «per l’educazione alimentare e la riduzione dello spreco nelle mense scolastiche» che ha interessato le elementari Rosmini, Locatelli, Manzoni, Rodari, Cavezzali, Pascoli, Da Rosciate, Don Bosco e De Amicis. «Tre scuole con cucina interna e sei con il pasto trasportato dal centro cottura della Sercar - aggiunge la Poli - . Sono state scelte su tutto il territorio per avere un quadro omogeneo della situazione della città». Alcuni risultati sono apparsi scontati, come la grande quantità di spinaci avanzati (ben 62 chili), alcuni che sollevano più di un quesito come la poco amata coscia di pollo («Ci hanno detto che non piace perché è difficile da mangiare con forchetta e coltello e con le mani molti bimbi si rifiutano» spiega l’assessore) e altri che sono una vera sorpresa come la polenta o le lasagne che moltissimi avanzano.

Il progetto toccherà anche le merendine. «Ho chiesto a tutte le scuole, con l’avallo dell’Asl, di servire la frutta all’intervallo - continua -. Molte scuole lo fanno già, altre non l’hanno fatto per questioni organizzative ma si cercherà di risolvere il problema. Inoltre stiamo pensando di organizzare corsi di cucina sana a scuola per i genitori degli alunni. Mi sembra una bella idea per coinvolgere anche le famiglie in questo percorso».

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