Monella da tre mesi in carcere
Grazia, nessun segno da Roma

L’8 settembre Antonio Monella entrava nel carcere di Bergamo, in via Gleno, con la speranza che da lì sarebbe uscito nel giro di pochi giorni dopo aver ricevuto la grazia del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Da allora sono passati tre mesi ma l’imprenditore edile di Arzago d’Adda condannato, in via definitiva, a poco più di sei anni per aver, nel 2006, ucciso un ladro che gli stava rubando il suv da casa, è ancora dietro le sbarre. Si trova nella stessa cella singola dove è stato condotto la mattina dell’8 settembre dopo essersi spontaneamente presentato al carcere accompagnato dal figlio Alberto di 26 anni.

I suoi familiari lo vanno a trovare sei volte al mese. «Il nostro sogno ora - afferma Alberto - sarebbe che possa fare ritorno a casa per il giorno di Natale o Capodanno. Sappiamo però che è molto difficile». Perché questo accada è necessario che Monella ottenga almeno quella grazia parziale che gli permetterebbe di scontare la rimanenza della pena in un modo alternativo al carcere.

Da Roma però non giungono segnali che Napolitano prenderà una decisione in merito entro la fine del 2014. E a gennaio bisognerà vedere se sarà ancora lui il presidente della Repubblica. Infatti viene dato per certo che a breve rassegnerà le sue dimissioni. Fatto che preoccupa non poco i familiari di Monella. E anche chi si è sempre schierato dalla sua parte. A cominciare dal comitato «Pro Monella» che ha raccolto più di 10 mila firme per chiedere la concessione della grazia.

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