Morandi, in banca sapevano
«Ma nessuno mai intervenne»

Il fenomeno della rendicontazione non ufficiale era noto da tempo alle strutture apicali di Intesa Sanpaolo Private Banking, ciononostante non risulta essere mai stato fatto alcun intervento».

E poi ancora: «La ricostruzione dei fatti ha evidenziato significative carenze nel sistema dei controlli della Banca, che Morandi ha dimostrato di ben conoscere e nelle quali si è abilmente insinuato». Sono i passaggi chiave della consulenza tecnica d’ufficio affidata a un funzionario della Financial Intelligence Unit di Banca d’Italia dai pm Maria Cristina Rota e Carmen Santoro, nell’ambito dell’indagine a carico dell’ex direttore di filiale (ed ex sindaco di Valbondione) Benvenuto Morandi, accusato di aver sottratto denaro dai conti dei suoi clienti, a cui proponeva rendicontazioni ritenute false dagli inquirenti.

La relazione è stata recentemente depositata sul tavolo dei magistrati: il quesito al perito era di verificare il rispetto delle normative antiriciclaggio da parte dei dipendenti della Intesa Sanpaolo Private Banking.

Le false rendicontazioni di Morandi riguarderebbero una cinquantina di famiglie risparmiatrici della Val Seriana, in particolare la famiglia dell’imprenditore Gianfranco Gamba, per un volume di poco meno di 25 milioni di euro.

Ma è solo l’inizio, c’è di più. «Il fenomeno della rendicontazione non ufficiale era noto da tempo alle strutture apicali di Intesa Private Banking – afferma l’esperto – in particolare la funzione Legale anche a seguito di un intervento dell’Internal Audit di gruppo. Ciononostante, non risulta essere mai stato fatto alcun intervento».

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