Morandi, processo a dicembre
«Furto, falso, truffa aggravata»

Diciotto dicembre 2014. La data è segnata in rosso sul calendario di almeno 25 persone. Gianfranco Gamba, la moglie Mariuccia e la figlia Simona, oltre ad alcuni loro parenti.

Poi una dozzina di altri risparmiatori. E la banca, il Private banking di Intesa Sanpaolo, dove 17 mesi fa scoppiò quello che ormai si evoca in due parole: caso Morandi. Sarà proprio lui, il 18 dicembre prossimo, sul banco degli imputati. Per questa data il gip Alberto Viti ha disposto l’udienza con giudizio immediato nei confronti di Benvenuto Morandi, l’ex sindaco di Valbondione ed ex direttore del Private di Fiorano al Serio che dal 9 maggio scorso si trova agli arresti domiciliari (con l’applicazione della procedura del braccialetto elettronico) nella sua casa di Fiumenero, a Valbondione, accusato di furto aggravato, falso e truffa aggravata.

Dai conti corrente intestati a diversi clienti della filiale da lui diretta fino al 30 giugno 2013 (fu infatti sospeso il giorno dopo, quindi denunciato e licenziato dalla banca), Morandi avrebbe illecitamente sottratto, in più circostanze dall’ottobre 2007 al giugno 2013, ingenti somme di denaro.

Più di 10 milioni di euro dai conti del suo cliente vip, quel Gianfranco Gamba di Gazzaniga che con la famiglia Pezzoli dell’ononima Manifattura (la moglie è Mariuccia Pezzoli) pare tenesse da solo in piedi la piccola filiale di Fiorano. Ma a non tornare sarebbero anche altri 20 milioni, volatilizzati in investimenti flop, fatti producendo – recita la nota degli inquirenti prodotta il giorno dell’arresto –, con molteplici atti e falsificando le firme dei correntisti su assegni, bonifici e prelevamenti, rendicontazioni bancarie fasulle finalizzate a nascondere ai risparmiatori le perdite finanziarie, sottraendo la relativa corrispondenza bancaria, garantendosi in tal modo anche i proventi derivanti dai premi produzione».

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