Moto sui sentieri, tregua? No
La guerra ora è all’interno del Cai

La disfida fra ambientalisti e motociclisti segna una sostanziale tregua, con la disputa a «percorso concordato», domenica 5 ottobre a Costa Volpino, del campionato italiano di enduro giovanile.

La discussione per il transito motorizzato sui sentieri apre però una vivace polemica ai massimi livelli del Club alpino italiano. È partita lo scorso 27 settembre dalla sede regionale di Bergamo (rimbalzando nelle ultime ore su alcuni blog specializzati) una dura missiva di Renata Viviani, presidente del Cai Lombardia, residente a Bergamo.

Destinatario il presidente nazionale Cai, Umberto Martini, reo di aver avviato la «trattativa» con l’omologo della Federazione motociclistica italiana, Paolo Sesti.Viviani si fa portavoce del Consiglio regionale Cai, riunitosi il 15 settembre, contestando in particolare il comunicato stampa congiunto di Cai nazionale e Federmoto per l’avvio di un tavolo condiviso.

«Il fatto che una pratica contraria ai principi condivisi dal sodalizio sia ampiamente diffusa – scrive Viviani al presidente nazionale Martini – non implica che essa debba beneficiare di una considerazione più favorevole, ma deve spronarci alla ricerca di strumenti maggiormente efficaci per contrastarla. Se l’uso ludico dei mezzi motorizzati sui sentieri, sia nelle forme consentite dalla norma che in quelle illecite, sta aumentando in modo rilevante, nulla cambia rispetto agli impegni che il Cai si è dato in materia».

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