Nel 2014 pagati 324 euro in più
E nel 2015 ci saranno nuovi rincari

Rifiuti, acqua, trasporti. La lista dei rincari tariffari è lunga e tale nel 2014 da aver inciso sulle tasche degli italiani per 324 euro in più rispetto allo scorso anno.

A fare i conti è l’associazione dei consumatori Codacons che, tolta qualche piccola eccezione come quella dell’Rc auto, rileva aumenti generalizzati in quasi tutti i settori, nazionali e locali.

Il 2015, però, potrebbe non essere migliore visto che un’altra associazione di consumatori, la Federconsumatori, prevede rincari complessivi, tra prezzi e tariffe per 677 euro. In rampa di lancio ci sono anche le richieste di aumento dei pedaggi autostradali che le società concessionarie avrebbero richiesto a partire da gennaio, un timore che al momento non trova conferme negli ambienti del ministero dei Trasporti.

Ma gli italiani hanno già messo mano in modo più pesante al portafogli nell’anno che si sta chiudendo. Per le autostrade la spesa è aumentata di 16 euro, con un rincaro cioè del 4,5 per cento. Del 2,9% è stato l’incremento per i trasporti (+89 euro), del 15% per i rifiuti (più 44 euro), del 6% per l’acqua (+38 euro), del +5,2% per la sanità (+54 euro). Anche mense e rette scolastiche, calcola l’associazione dei consumatori, hanno comportato un maggior esborso per le famiglie (48 euro in più su base annua), mentre il settore energetico ha fatto registrare tariffe in calo grazie soprattutto alle minori tensioni nei prezzi dei prodotti petroliferi, che hanno contenuto fortemente le bollette rispetto all’anno precedente.

Le tariffe sono, quindi, diminuite per il gas (del 6 per cento per un minor esborso di 84 euro) e sono rimaste stabili per la luce. Nel settore bancario le spese sono aumentate di 28 euro, ma nel settore dell’Rc auto, comparto tradizionalmente a rischio, sono calate di 8 euro. Per le tariffe dei professionisti si sono avuti aumenti per 99 euro rispetto al 2013 e la spesa per l’istruzione è rincarata di 48 euro.

Andamenti al rialzo che si ritrovano anche nei calcoli della Cgia di Mestre secondo la quale, tra il 2010 e il 2014, solo in Spagna le tariffe pubbliche sono rincarate più di quelle italiane. Se in Spagna l’aumento medio è stato del 23,7%, in Italia l’incremento è stato del 19,1%, mentre nell’area Euro la variazione all’insù è stata del 11,8%. Sempre secondo la Cgia, nel nostro Paese i rincari maggiori hanno interessato le tariffe locali.

Se per l’acqua i prezzi praticati rimangono ancora adesso tra i più contenuti d’Europa, gli aumenti registrati dai rifiuti sono invece «del tutto ingiustificabili». A causa della crisi economica - spiega la Cgia - negli ultimi 7 anni c’è stata una vera e propria caduta verticale dei consumi delle famiglie e delle imprese: conseguentemente è diminuita anche la quantità di rifiuti prodotta. Con meno spazzatura da raccogliere e da smaltire, le tariffe sarebbero dovute scendere e, invece, sono inspiegabilmente aumentate. Nell’ultimo anno, a seguito del passaggio dalla Tares alla Tari, gli italiani hanno pagato addirittura il 12,2% in più, contro una inflazione che è aumentata solo dello 0,3 per cento.

Sia le cifre dei consumatori che quelle della Cgia sembrano non tener conto di tutti gli effetti della forte diminuzione del prezzo dei carburanti soprattutto negli ultimi due mesi dell’anno. Un calo che contro bilancia, nel portafoglio, le maggiori spese sostenute nel corso del 2014. Il pieno alla pompa è tra le voci di uscita più onerose per molte famiglie.

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