«Niente gara, mucche da proteggere»
Cara Lav, è solo una mungitura...

Pratica da non celebrare. Spettacolo diseducativo che umilia l’animale. E ancora: usanza avulsa al costume civile! Che cosa?! Una gara di mungitura a mano di vacche! Proprio così: per quello che si appresta a diventare il primo Campionato del mondo di un’«arte» secolare, si è scomodata la Lav di Bergamo.
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Pratica da non celebrare. Spettacolo diseducativo che umilia l’animale. E ancora: usanza avulsa al costume civile! Che cosa?! Una gara di mungitura a mano di vacche! Proprio così: per quello che si appresta a diventare il primo Campionato del mondo di un’«arte» secolare, si è scomodata la Lega antivivisezione (Lav) di Bergamo: «Il campionato non s’ha da fare. Tuteleremo i bovini».

All’agriturismo Ferdy di Lenna, domenica, arriveranno una cinquantina di esperti mungitori da tutta Italia: oltre che dalla Lombardia, da Piemonte, Val d’Aosta, Friuli, Trentino Alto Adige e persino Sicilia. E poi dall’estero: Svizzera, Romania, Ucraina e dalla lontana India (dove la vacca è notoriamente sacra. ma viene munta). Tutti a celebrare uno degli animali simbolo della nostra cultura, che da secoli ha contribuito al sostentamento di intere popolazioni, soprattutto quelle montanare.

La gara (patrocinata dalla Regione Lombardia) sarà su due minuti: vincerà chi avrà munto più latte. Competizioni di questo tipo si disputano ormai da decenni nelle nostre montagne, dalla Val Seriana alla Val Brembana, durante la fiere zootecniche. E, a memoria, non vi sono mai state proteste di animalisti. Da sempre, infatti, si tratta di un momento di folclore e tradizione, ma anche di valorizzazione di un a pratica che consente un contatto diretto tra contadino e il suo animale (rispetto all’anonima macchina mungitrice) e la possibilità di pascolare il bestiame anche in territori abbandonati, ove elettricità, strade e quindi mungitrici meccaniche non arrivano: una pratica che consente la salvaguardia del territorio e piccole produzioni casearie di livello assoluto.

Alla fine, e al di là del folclore e dello spettacolo, il comitato organizzatore vuole proprio lanciare questo messaggio: no agli allevamenti troppo intensivi, dove le bovine sono rinchiuse 365 giorni l’anno in stalle-lager, riempite di antibiotici e altre sostanze, alimentate innaturalmente, sfruttate come macchine fino a produrre 50 litri di latte al giorno. Contro natura: ecco queste sono vacche maltrattate.

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