Ostaggi italiani in Siria
Tutto tace, crescono i timori

Nessuna nuova, buone nuove: così recita l’adagio che viene in soccorso a chi in queste ore teme che gli intensi e ripetuti raid aerei della coalizione guidata dagli Usa in Siria possano colpire i luoghi dove sono tenuti prigionieri i tre italiani: Paolo Dall’Oglio, Greta Ramelli e la bergamasca Vanessa Marzullo.

Nessuna nuova, buone nuove: così recita l’adagio che viene in soccorso a chi in queste ore teme che gli intensi e ripetuti raid aerei della coalizione guidata dagli Usa in Siria possano colpire i luoghi dove sono tenuti prigionieri i tre italiani da tempo scomparsi nel nord della Siria: Paolo Dall’Oglio, Greta Ramelli e la brembatese Vanessa Marzullo.

Le due giovani ragazze hanno fatto perdere le tracce tra la fine di luglio e i primi di agosto scorsi nella regione tra Aleppo e Idlib. La stessa zona, martedì all’alba, è stata pesantemente colpita dai bombardamenti contro postazioni della Jabhat an Nusra, formazione qaedista siriana che combatte il regime del presidente Bashar al Assad a fianco del variegato fronte ribelle.

Il prete gesuita è invece scomparso alla fine di luglio del 2013 a Raqqa, il capoluogo nel nord della Siria eletto dai jihadisti dello Stato islamico. Da più parti si hanno informazioni, non verificabili in maniera indipendente, che Dall’Oglio sia stato rapito dagli stessi jihadisti e da allora tenuto prigionieri in una delle carceri dello Stato islamico a est di Raqqa.

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