Papa Francesco: «Pasqua, data fissa
Uguale per i cattolici e gli ortodossi»

Il Papa ha confermato la disponibilità della Chiesa cattolica, già espressa da Paolo VI, di discutere la data della celebrazione della Pasqua perché
cattolici e ortodossi celebrino la stessa domenica (attualmente c’è una settimana di differenza, giacché le due chiese usano due calendari diversi).

La Chiesa cattolica, ha spiegato papa Francesco, «è disposta a rinunciare al primo solstizio, dopo la luna piena di marzo, per la data della Pasqua». Sempre parlando in spagnolo ha fatto una battuta del tipo: «Un cattolico e un ortodosso si incontrano e si chiedono: “il tuo Cristo è risorto?”. “Invece il mio risorge domenica prossima”».

«Sono contento che qui in prima fila ci siano le donne, perché anche le donne ricevono lo Spirito santo, il genio femminile nella Chiesa è una grazia, la Chiesa è donna, è “la” Chiesa, non “il” Chiesa, è sposa di Cristo, è madre del santo popolo fedele di Di». Lo ha detto il Papa intervenendo in San Giovanni in Laterano al terzo ritiro mondiale dei sacerdoti organizzato dai movimenti carismatici.

«La Chiesa è donna - ha aggiunto papa Francesco, che ha tenuto la lunga meditazione in spagnolo integrando a braccio una traccia scritta - le donne qui sono immagine e figura della chiesa della madre, esprimono in modo speciale la collaborazione, ai reclami femministi (rispondo) che Maria è molto più importante degli apostoli».

Il colloquio con i sacerdoti, con prima la meditazione e poi le risposte a diverse domande, è durato quasi due ore. Dopo di che il Papa ha celebrato la messa. Tra meditazione e domande, il Pontefice ha compiuto una riflessione a 360 gradi sul ruolo dei vescovi; la prossimità del vescovo ai suoi preti; il dialogo franco che, ha ricordato, salvò l'unità nella Chiesa primitiva; la misericordia come prima caratteristica del confessore, implorando di non negare misericordia a chi chiede perdono o chiede i sacramenti pur se in posizione irregolare (e ha ricordato il caso di una ragazza madre cui a Buenos Aires è stato negato il battesimo al figlioletto); l'ecumenismo e l'ecumenismo del sangue, con anche la rinnovata disponibilità a mettere in discussione la data della Pasqua per uniformare la celebrazione con gli ortodossi, che la calcolano in base ad un altro calendario.

Il ragionamento sulla misericordia, sul non negare il perdono né i sacramenti, sul fatto che «ad impossibilia nemo tenetur», cioè che a nessuno si può chiedere l'impossibile, ha probabilmente presente le tematiche del sinodo sulla famiglia in agenda in autunno. Papa Francesco ha parlato a lungo anche della Chiesa dei poveri, di come la povertà sfidi la Chiesa e il popolo sia disposto a perdonare un prete «per una caduta affettiva o se beve un po’ troppo», ma «non ci perdonano quando siamo legati ai soldi e al potere».

E, anche grazie alle domande dei presenti, ha parlato della spiritualità africana e asiatica, del contributo che queste chiese possono dare a quella universale: «ex oriente lux, ex occidente luxus», ha detto con una battuta fulminante su come l'Occidente esporti edonismo e consumismo, che ne stanno provocando la decadenza, mentre l'anima del mondo sembra essere ad oriente.

Papa Bergoglio ha anche confermato che per il viaggio in Africa punta sul mese di novembre e ha rivelato che oltre a Uganda e Repubblica Centraficana si sta studiando, ma è solo una «possibilità», di aggiungere una tappa in Kenya. Nella omelia - anche questa a braccio e anche questa in spagnolo - della messa che ha celebrato dopo lo scambio con i sacerdoti, papa Bergoglio ha insistito sulla necessità che il pastore trasmetta al popolo la «tenerezza di Dio».

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