Papà Fulvio: «La passione di Yara
continuerà a vivere con la onlus»

«La passione di Yara continua attraverso di noi, i suoi genitori, i suoi amici e i tanti volontari che ci stanno dando una mano. E a spingerci a fare quello che stiamo facendo è proprio lei, Yara. Cerchiamo di trasmettere la stessa passione che metteva lei nel fare quello che le piaceva».

È un uomo di poche parole Fulvio Gambirasio, il papà di Yara, la tredicenne di Brembate Sopra uccisa a Chignolo nel novembre di cinque anni fa. Con la moglie Maura, di fronte all’immenso dolore per la tragedia che ha colpito la loro primogenita, ha sempre scelto la linea del silenzio e della riservatezza.

Ma domenica 12 aprile, alla partenza della marcia non competitiva delle scuole cattoliche bergamasche, «Töc insèma sö i coi de Bèrghem», nel cortile di quella che era la scuola di Yara, al le suore Orsoline di Somasca di Loreto, era la prima uscita ufficiale della neonata onlus «La passione di Yara».

E Fulvio e Maura hanno deciso di mettersi in gioco. Insieme ai volontari, anche loro erano al banchetto per spiegare le finalità dell’associazione, nata proprio per dare una continuità a quella che era la grande passione di Yara, la ginnastica ritmica, l’amore per lo sport in generale, la dedizione alla pratica sportiva come sinonimo di gioia di vivere. Quella gioia che Yara, nel pieno della sua crescita, sprizzava da tutti i pori.

Ora che lei non c’è più, perché non perpetuare la sua grande passione, magari trasmettendola anche a chi la vorrebbe coltivare, ma non se lo può permettere per i più svariati motivi? «L’obiettivo è quello di impegnarci per garantire ad alcuni ragazzi, con difficoltà economiche o familiari, la possibilità di portare avanti con serenità i loro interessi e le loro passioni più genuine - spiega Fulvio - siano esse sportive o artistiche, affiancandoli a persone competenti che possano essere per loro dei modelli concreti».

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