Paradisi fiscali, esposto su Ubi
«Ci sono finiti sette miliardi di euro»

«Secondo noi negli ultimi tre, quattro anni, sono finiti nei paradisi fiscali circa sette miliardi di euro. Tutti soldi sottratti al fisco italiano».

La stima arriva dal presidente dell’associazione azionisti Ubi Banca, Giorgio Jannone, e dal presidente dell’Adusbef Elio Lannutti. Lunedì 4 aprile i due hanno presentato un esposto alle Procure di Milano e di Roma (martedì 5 provvederanno a presentarlo alla Procura di Bergamo) in cui chiedono di «accertare fatti e circostanze riguardanti il Gruppo Ubi-Banca, già oggetto di inchieste penali dietro analoghe denunce presentate dal 2013 a oggi e riguardanti frodi fiscali e costituzione all’estero di rilevanti capitali».

L’iniziativa di Jannone e Lannutti è conseguente agli scandali «Lux Leaks» e «Panama Papers» rivelati da L’Espresso. Il settimanale parla di inchiesta planetaria su esportazioni di capitali all’estero derivanti da attività illecite. Tra i nomi spuntati c’è pure quello di Ubi. In particolare - secondo Jannone e Lannutti - in «Panama Papers» «ci sarebbe un coinvolgimento diretto della società lussemburghese Ubi Banca International S.A.».

Stando all’esposto, c’è «un’altra società del Gruppo Ubi coinvolta direttamente in presunte attività illecite»: si tratta di IW Bank, già oggetto di un’inchiesta da parte della Procura di Milano e i cui esponenti, a diverso titolo, «sono chiamati in causa per i seguenti reati: associazione a delinquere, riciclaggio, autoriciclaggio, reati tributari».

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