Parco Suardi, il cantiere si evolve
Una mamma: ma non è pericoloso?

In attesa di vedere chiusa la gara per le manutenzioni dei parchi cittadini, arrivano nuove foto delle «condizioni» del parco Suardi, uno dei più frequentati e amati dalle famiglie bergamasche.

Impacchettati ancora alcuni giochi, il laghetto con ponte e scivolo è stato svuotato e liberato, tra assi di legno inchiodate e una situazione precaria di alcuni passaggi.

Con un commento di una nostra lettrice: «Sono stata al parco Suardi domenica 28 giugno con il mio bimbo di 4 anni: sono consapevole che la responsabilità su un minore sia degli adulti, ma questi bambini devono essere anche liberi di giocare e in sicurezza. Mi chiedo allora come il Comune permetta simili aree rischiose: pavimentazioni che si alzano nei prezzi del cantiere, dislivelli, zone che non sono affatto protette pur evidentemente di cantiere. Se putacaso un bimbo cadesse e si spaccasse una gamba, che ne so, un dentino, di chi sarebbe la responsabilità? Ricordo che i parchi sono fatti per i bambini». Ma poi: «Cantiere? Chissà... speriamo che i lavori si facciano e anche velocemente: in estate i parchi sono meta frequentata: questo è un orribile biglietto da visita per i cittadini. I bambini arrivano sempre ultimi...».

Bambini che tampinano le mamme chiedendo «perché il laghetto è chiuso e ora anche vuoto», considerando che è dall’autunno 2013 che il Comune sta indagando sui problemi di quella pozza d’acqua dove sguazza(va)no i pesci rossi. Da oltre un anno e mezzo il laghetto è transennato e chiuso per il pesante odore provocato, sembrerebbe, da un tratto di rete fognaria danneggiato. Ora c’è solo un buco vuoto. Con una recente precisazione dell’assessore all’Ambiente Leyla Ciagà: per rimettere il laghetto a nuovo ci vorranno 40 mila euro.

Per rivedere il parco col laghetto pulito e con tutti i giochi aperti, si dovrà dunque aspettare «qualche settimana», spiega l’assessore Ciagà. Quando la situazione sarà rientrata nella norma saranno passati quasi 2 anni e 2 amministrazioni. Per un laghetto maleodorante. E l’ex assessore all’Ambiente Massimo Bandera invita l’amministrazione a continuare con l’indagine: «L’odore era stato segnalato nell’autunno del 2013 – ricorda Bandera –. Con la collaborazione di Uniacque, che si era fatta carico dell’intervento, era stata fatta un’indagine sulla fognatura, in seguito alla quale dei privati erano intervenuti su alcuni cedimenti della rete. Erano state sondate tutte le fognature, anche in via San Tomaso, colorando l’acqua con dei filtri, per capire l’origine del problema, senza riuscirci». Secondo l’ex assessore deviare la sorgiva nella rete fognaria sarebbe una soluzione «tampone»: «Anche io avevo proposto questo tipo di intervento, che almeno rende fruibile il parco, che avevamo completamente sistemato – conclude Bandera –. L’auspicio è che si continui ad indagare, lasciando un pozzetto per ispezionare la falda che è evidentemente inquinata».

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