Oktorberfest, parla l’amico:
«A Monaco violati tutti i diritti»

«Io sono uno dei tre ragazzi coinvolti nel fatto, l’unico maggiorenne: se avessimo fatto qualcosa perchè non hanno arrestato anche me?»

È questo il messaggio arrivato via commento on line di uno dei giovani che era a Monaco all’Oktorberfest con i minorenni arrestati. «Hanno trattenuto i miei due amici minorenni per 4 ore solo per presunta ubriachezza, senza concedergli il diritto di chiamare i loro genitori in Italia, senza il diritto di spiegare l’accaduto ad una persona che parla italiano (o quantomeno inglese) violando la loro privacy costringendoli a mostrare agli ufficiali ogni cosa personale dentro il loro telefono (senza ovviamente nessun motivo apparente), negandogli il diritto di ricevere un verbale in italiano/inglese, recando escoriazioni su viso polsi e petto».

«Si lamentano perchè sono minorenni e hanno bevuto una birra?! - continua il messaggio -. Allora che si lamentino con le persone che gliel’hanno venduta obbligando i camerieri a chiedere la carta di identità» conclude il giovane.

Intanto è arrivata via mail la risposta del viceconsole tedesco al padre del diciassettenne dell’Isola, che aveva raccontato a L’Eco di Bergamo quando accaduto al figlio e al suo amico: sabato pomeriggio i due erano stati ammanettati e sbattuti in cella per quattro ore senza nemmeno sapere il motivo.

Il viceconsole si è detto dispiaciuto – racconta l’uomo –. Mi ha invitato a mettermi in contatto con il consolato italiano a Monaco, dandomi l’indirizzo e i riferimenti delle persone con cui parlare. Ho inviato, quindi, quanto già trasmesso al consolato tedesco di Milano allegando la risposta del viceconsole tedesco. Già in serata mi hanno risposto chiedendomi informazioni più dettagliate. Ora mi aspetto a breve di conoscere il motivo per cui i nostri figli sono stati trattenuti in cella per quattro ore. Noi a Monaco abbiamo degli amici e li abbiamo contattati raccontando il fattaccio, rimanendo stupiti dell’atteggiamento che la polizia ha avuto nei riguardi dei due diciassettenni».

«Non hanno permesso ai ragazzi di fare neppure una telefonata; avevano chiesto di riavere il cellulare, subito sequestrato, per poter chiamare questi nostri amici tedeschi a Monaco e così avere un interprete, visto che i poliziotti quando gli si parlavano sia in italiano che in inglese non capivano. Vogliamo sapere la verità: perché sono stati trattenuti in cella e con quale accusa» commenta.

I due diciassettenni, che abitano in un paese dell’Isola, si erano recati all’Oktoberfest di Monaco con un’agenzia viaggi. Erano partiti la sera di venerdì e avrebbero dovuto rientrare alle 23 di sabato, con arrivo a casa notte tra sabato e domenica. Dopo la mattinata del sabato trascorsa tra gli stand della celebre festa, il pomeriggio si è trasformato in un incubo. All’entrata del parco dei divertimenti, dopo aver pagato i tre euro di ingresso, il diciassettenne dell’Isola viene fermato da una guardia del parco che lo apostrofa in tedesco e subito dopo lo mette per terra ammanettandogli i polsi.

In suo aiuto arriva l’altro amico, che in inglese chiede cosa sta succedendo. Ma a sua volta è stato buttato a terra da un’altra guardia, che l’ha poi ammanettato. Subito dopo sono stati presi in consegna dalla polizia che li ha messi in celle separate per quattro ore. Ora i genitori dei minorenni vogliono conoscere il perché di questo comportamento.

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