Pellegrinaggio sulle orme di Paolo
In trecento con il vescovo in Grecia

Sulle orme di Saulo, l’uomo di Tarso, in Siria, meglio noto come Paolo, l’uomo che ha portato il Cristianesimo fuori da Israele.

Trecento persone si trovano in Grecia da ieri, per seguire il percorso di Paolo, per entrare in contatto con la religiosità, la realtà di questa terra. Trecento pellegrini partiti martedì mattina da Bergamo, in autobus fino ad Ancona e poi in nave fino a Igoumenitsa, porto greco dove sono sbarcati ieri mattina. Poi autobus fino a Kalambaka, dove si trovano le meteore, i celebri monasteri arrampicati in cima a rocce che sembrano sculture di ciclopi, coni di pietra che si innalzano per duecento, trecento metri.

Il vescovo Francesco Beschi guida questo viaggio, organizzato dall’Ufficio diocesano pellegrinaggi insieme all’agenzia Ovet. Il vescovo ha detto ieri mattina nella Messa celebrata sulla nave, che Paolo è un uomo essenziale nello sviluppo del Cristianesimo, un uomo di particolare intelligenza al servizio di una fede straordinaria.

Paolo che viaggia, che crea una rete di discepoli nelle diverse città dell’Asia minore, che decide di morire a Roma. Paolo capace di visioni cosmiche, di meditazioni che ancora oggi, nelle sue Lettere, invitano a riflettere.È forse la prima volta che un pellegrinaggio diocesano segue la via marittima.

Dice don Gianluca Salvi, responsabile dell’Ufficio diocesano pellegrinaggi: «Ci è sembrata una scelta in sintonia con l’idea del pellegrinaggio, dell’andare, del viaggiare verso una meta di fede, secondo un’intenzione religiosa, profonda. Un andare più lento rispetto al viaggio in aereo, che può aiutare a prepararsi all’incontro con la realtà religiosa che si cerca».

Ieri prima tappa, i monasteri tra le rocce, le icone, il senso profondo di questi dipinti che sembrerebbero tutti uguali, che riportano alla nostra arte romanica, che celano una spiritualità profonda nei colori, nei tratti dei volti.

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