Per i mutui, i segnali sono positivi
«Ma serve ancora massima prudenza»

Buone notizie sul fronte dei mutui per l’acquisto di case: i segnali positivi di una possibile ripresa sono evidenti, ma bisogna prestare sempre la massima prudenza.

Le erogazioni - sottolinea l’ufficio studi del Gruppo Tecnocasa, commentando gli ultimi dati disponibili, del 3° trimestre 2014 - sono in aumento, i tassi di riferimento sono ai minimi storici.

Si riducono gli spread sui prodotti destinati all’acquisto dell’abitazione principale, la domanda di mutui è in costante aumento e la Bce sta operando da tempo per sostenere le erogazioni a famiglie e imprese.

Anche l’offerta bancaria è in miglioramento, ma la qualità del portafoglio è un fattore determinante per le scelte di erogazione, così come la qualità del cliente stesso. Insomma come dire mutui sì, ma non per tutti.

Ecco gli ultimi dati disponibili sull’andamento delle erogazioni e della domanda
2008: erogazioni -9%, domanda -4%
2009: erogazioni -10%, domanda 7%
2010: erogazioni 9%, domanda 1%
2011: erogazioni -12%, domanda -19%
2012: erogazioni -46%, domanda -42%
2013: erogazioni -14%, domanda -3%
2014 (Gen-Set): erogazioni 10%, domanda 12%

Insomma, dopo anni di domanda stagnante e di assegnazioni di finanziamenti ancora più basse, qualcosa di nuovo si vede.

Ecco il commento anno per anno:
2008: le erogazioni diminuiscono per il secondo anno consecutivo, influenzate dall’attenzione alle politiche del credito degli istituti che registrano un aumento delle sofferenze sui mutui erogati negli anni precedenti. La domanda di credito cala ma in maniera più moderata, il mercato resta ancora influenzato dal fenomeno “subprime”.

2009: continua l’attenzione nelle politiche di credito da parte degli istituti che incidono negativamente sui volumi di mutui erogati. L’accesso al credito si restringe a favore dei cittadini Italiani. Il sentiment dei consumatori è invece in una fase positiva, i dati macroeconomici sembrano trasmettere fiducia e assistiamo ad un rimbalzo della richiesta di finanziamento.

2010: l’incremento della domanda registrata l’anno precedente influisce positivamente sui volumi erogati. Le banche, esaurita l’onda lunga dei mutui subrpime, tornano a registrare interesse per il prodotto mutuo. Decisamente il miglior anno per il settore degli ultimi cinque.

2011: verso la metà dell’anno si innescano le prime tensioni sul debito sovrano di alcuni Paesi dell’area Euro, tra cui l’Italia. Si impenna il differenziale tra Btp italiani e Bund tedeschi che comporta un innalzamento dei costi di approvvigionamento degli istituti italiani. Rincarano i prodotti di mutuo e assistiamo all’inversione di rotta rispetto all’erogazione del credito e alla fiducia dei consumatori che influenza la domanda.

2012: proseguono le tensioni sia sulla domanda che sull’offerta di credito. I bassi tassi di riferimento sono in parte neutralizzati da prodotti più costosi. Viene così meno l’interesse su sostituzione e surroga e assistiamo all’uscita dal mercato di alcuni player per i prodotti di mutuo. Le tensioni sul mercato del lavoro, nelle sue componenti di occupazione e reddito, rallentano la domanda.

2013: i volumi delle erogazioni sono ancora in ribasso, ma il calo rallenta la sua corsa, soprattutto nella seconda metà dell’anno. Il costo di approvvigionamento dei prodotti resta elevato e il mercato del lavoro stenta a decollare, ma la BCE inizia le sue manovre di riduzione dei tassi e si riduce il differenziale tra Btp e Bund. La fiducia dei consumatori comincia a risalire e ne giova la domanda di mutui, in crescita costante da luglio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA