Piazza Pontida, Lìber Prim rieletto Duca
Quinto mandato per Bruno Agazzi

Lìber Prim – al secolo Bruno Agazzi – decimo Duca di Piazza Pontida, si avvia a battere il record storico detenuto da Giuseppe Bonandrini. Sabato 14 maggio, infatti, il Senato Ducale, lo ha rieletto per acclamazione al suo quinto mandato triennale.

Lìber Prim – al secolo Bruno Agazzi – decimo Duca di Piazza Pontida, si avvia a battere il record storico detenuto da Giuseppe Bonandrini, che fu Duca dal 1927 al 1940, anno della sua morte, con il nome di Pichetù I. Sabato 14 maggio, infatti, il Senato Ducale, riunitosi nella sede del sodalizio in Piazza Pontida, lo ha rieletto per acclamazione al suo quinto mandato triennale. Alla sera, poi, grande cena dell'Incoronazione al ristorante La Marianna in Città Alta, dove una folta schiera di soci ha festeggiato l'avvenuta rielezione, riaffermato la fiducia in Bruno Agazzi e confermato l'impegno a sostenerlo nei suoi sforzi a favore della cultura, della storia e delle tradizioni bergamasche.

Ettore Pirovano, Presidente della Provincia, ha portato il suo saluto e ribadito l'apprezzamento dell'ente di via Tasso nei confronti della storica istituzione bergamasca. È toccato poi a Gianfranco Ceci, vicesindaco di Bergamo, porre sul capo di Lìber Prim la tradizionale quanto bizzarra corona ducale «inventata» nel 1924, quando fu nominato il primo Duca, Rodolfo Paris, eletto con il nome di Rodolfo Ü. A nome del Comune, Ceci si è complimentato vivamente con Bruno Agazzi ed ha sottolineato l'importanza dell'associazione per la vita cittadina. Il Ducato – ha sottolineato – ci ricorda costantemente le nostre comuni radici e rappresenta per la nostra vita collettiva una realtà altamente apprezzata per le sue manifestazioni, per la sua attività culturale, per le sue iniziative di solidarietà sociale.

Il Duca Lìber Prim ha ringraziato i numerosi collaboratori che con il loro impegno consentono al sodalizio di realizzare i suoi molti ed importanti scopi statutari in un clima di collaborazione e concordia che ne fa una grande famiglia. Poi, nel solco della lunga tradizione del Ducato di Piazza Pontida per l'umorismo e l'autoironia, riassumibile nel motto «dàs de fà sènsa mètela zó tròp düra», ha lamentato di essere stato lasciato – dopo ben dodici anni di onorato servizio – ancora al livello di Duca, mentre si sarebbe aspettato di essere acclamato almeno imperatore.

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