Piste ciclabili, l’Aribi conferma:
«Sempre peggio, ci vuole rispetto»

«In riferimento alla lettera apparsa in data 4 maggio 2014 riferita alle piste ciclabili, osserviamo la rimostranza sacrosanta del Signor Andrea M. che ha tutta la nostra solidarietà, su ciò che è ormai divenuta una annosa lamentela di una situazione purtroppo sempre in peggioramento».

«In riferimento alla lettera apparsa in data 4 maggio 2014 riferita alle piste ciclabili (è linkata sotto, potete leggerla, ndr), osserviamo la rimostranza sacrosanta del Signor Andrea M. che ha tutta la nostra solidarietà, su ciò che è ormai divenuta una annosa lamentela di una situazione purtroppo sempre in peggioramento».

«I bergamaschi ma più in generale gli italiani, che in passato in assenza di parchi e piste ciclabili, a bordo delle loro auto si riversavano nei week-end sulle rive dei laghi e dei fiumi oppure in montagna, oggi optano sempre più spesso per queste destinazioni».

«Sono diventati dei veri e proprio luoghi di aggregazione invasi in particolare nei giorni festivi , perchè sostanzialmente sono “a costo zero” . Per queste ragioni è davvero un po’ azzardato oggi, definirle “piste ciclabili” anche se in taluni casi sono magari state realizzate grazie a contributi Europei a tale scopo.

Allora, purtroppo non si era pensato o voluto programmare, più che altro per problemi di spazio e costi ,di dividere la parte ciclabile da quella pedonabile».

«Ciò avrebbe comportato segnare la riga centrale di suddivisione, disporre di una adeguata larghezza, apporre le indicazioni segnaletiche per le bici e per i pedoni ecc…e verificare il rispetto delle regole esattamente come oggi ad esempio avviene in montagna per gli sciatori o i ciaspolatori ecc.. Vero anche che forse sarebbe tutto uguale perché è la cultura che deve crescere e formarsi, deve cambiare la mentalita’ degli italiani e non solo».

«Purtroppo e lo abbiamo tastato con mano anche noi nei giorni scorsi, troppo spesso, l’imbecillità di pochi può provocare seri danni a chi invece rispetta le norme. La mentalità si forma nei banchi di scuola, ove grazie al cielo associazioni come la nostra riescono ad accedere e lavorare con i ragazzi che fortunatamente sono molto ricettivi e comprendono le nostre ragioni e sicuramente si muoveranno con maggiore responsabilità».

«Il nostro sodalizio , per esempio ha già formulato la richiesta nel manifesto A.RI.BI-FIAB inviato ai candidati Sindaci per esempio di Bergamo, di un maggiore monitoraggio delle ciclabili e possibilmente l’istituzione di controlli. L’invito che facciamo a chi si avventura su queste piste, è senza dubbio quello di prestare attenzione a se stesso, ai propri bimbi, ai propri animali domestici assumendo tutti quei comportamenti dettati anche solo dal buon senso al fine di tutelare la propria incolumità e quella degli altri».

«Lo stesso vale però anche per gli pseudo ciclisti che “gareggiano“ nella pista pur in presenza di segnali di limite di velocità fissato in di 15km/h, oppure quelli che la occupano sul senso opposto di marcia non rispettando chi proviene in senso opposto... Crediamo che la questione attenga al comportamento “civile e corretto” di tutti. A esempio i proprietari di animali che, transitando su e in prossimità di sedi stradali come è la ciclabile, sono tenuti al rispetto di tutte le regole del Codice della Strada; compreso il condurre l’animale al guinzaglio nonchè prestare attenzione al passaggio delle biciclette, lo devono fare anche per l’incolumità del proprio cane se davvero tengono al suo bene oltre che per la sicurezza altrui. Tutto questo ovviamente nel caso che la ciclabile sia anche pedonabile».

«Riteniamo opportuno anche inviare dei controlli periodici per redarguire e se necessario sanzionare chi invece ha poco rispetto del prossimo e con comportamenti irrispettosi ne mette a repentaglio l’incolumità.

L’auspicio comunque resta quello di vedere sempre più crescere la rete ciclabile nel nostro territorio che tenendo conto dell’incredibile aumento di “ciclisti” fruitori appunto di “piste ciclabili” , “ciclopedonali” consentirebbe loro di spostarsi quotidianamente, in sicurezza, specialmente per i tratti casa-lavoro e casa-scuola in sella alla due ruote che non dimentichiamo fa bene alla salute, all’ambiente, non inquina, è poco ingombrante, non richiede eccessivi costi di manutenzione ecc...e quindi VA INCENTIVATA».

A.ri.bi

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