Porta San Giacomo sfregiata dai vandali

Una stella con tre sei, un paio di lettere (Sw), più altri numeri (891). Tutto su Porta San Giacomo, tutto sul candido marmo di quello che almeno fino a qualche tempo fa poteva essere considerato, tra i quattro, l’accesso meglio conservato di Città Alta.Invece, nei giorni scorsi, le brutte scritte in vernice rossa hanno fatto la loro comparsa sulla facciata rivolta verso il viale delle Mura, insieme ad analoghe imbrattature lungo la Salita della scaletta che collega viale Vittorio Emanuele alla stessa Porta San Giacomo. E a impensierire quanti frequentano la passeggiata, non è solo il ripetersi di vandalismi cui purtroppo nemmeno la parte antica della città riesce più a sottrarsi – di scritte realizzate con lo spray ormai anche il centro storico è pieno zeppo, a partire dai lavatoi ottocenteschi di piazza Angelini –, bensì un presunto richiamo a satanisti, dato che i tre sei sono noti come i «numeri del diavolo».Di sicuro è un segno di degrado che si aggiunge a degrado. Perché basta un’altra occhiata a Porta San Giacomo per scoprire che il vano sotto l’arco, dove la porta è semichiusa da un laccio che facilmente si può slegare, è stato trasformato in un deposito di rifiuti. Bottiglie di birra, scatole, cartacce: tutto ammassato a imbrattare il monumento.«Interverremo», assicura l’assessore ai Lavori pubblici Carlo Fornoni riferendosi alla situazione di Porta San Giacomo. Ma quella con i piccoli-grandi vandalismi, che una volta almeno risparmiavano i monumenti della città più pregiati, sembra da qualche tempo una battaglia persa. Si vede ripercorrendo, appunto, la Salita della scaletta: altri resti di bivacchi, altre scritte rosse, una piccola parte dell’acciottolato mancante. Peccato, perché proprio questo percorso, negli anni scorsi, era stato oggetto di puntuali manutenzioni, dopo un periodo ugualmente cupo. Erano intervenuti i volontari, se ne era occupato il Comune, anche Bas-Asm aveva offerto il proprio contributo con un volumetto per guidare i cittadini alla scoperta di questi itinerari.Per fortuna molti dei percorsi sono stati risparmiati dal degrado e il buon lavoro di manutenzione ha fatto il resto. Stanno bene, per esempio, via del Paradiso, via Fontana Brolo, la scaletta delle More, ovvero quegli accessi che salgono a Città Alta dalla zona delle piscine Italcementi. E non vanno male neppure le risalite più note, nel cuore dei colli, come lo Scorlazzino e lo Scorlazzone, dove l’unico neo è rappresentato da un rudere che si affaccia proprio a metà del percorso. Sembra aver trovato una nuova vita anche quella via Noca, tra l’Accademia Carrara e Porta Sant’Agostino, che fino a un paio d’anni fa era in balia dello spaccio e dei tossicodipendenti. «Oggi – conferma uno dei custodi della galleria d’arte – è tutto in ordine e la scaletta è tornata a essere frequentata soprattutto dagli studenti diretti alla sede universitaria nell’ex monastero».(23/04/2006)

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