Presepe della scuola De Amicis
La Regione: la scuola non ne sia privata

Il Consiglio ha invitato la Giunta a mettere in atto tutte le azioni di propria competenza perché gli studenti dell’Istituto De Amicis di Celadina non siano privati del presepe.

Il presepe della scuola De Amicis finisce in Consiglio regionale che ha approvato a maggioranza una mozione proposta da Lara Magoni (Lista Maroni) e firmata da numerosi Consiglieri dei gruppi di maggioranza sul caso del presepe della scuola De Amicis della Celadina.

Si tratta del controverso divieto di allestire il presepe presso l’Istituto scolastico De Amicis (istituto comprensivo che comprende anche scuola dell’infanzia e primaria). Le motivazioni di questa scelta, secondo quanto comunicato dal Preside, sarebbero dovute alla necessità di tutelare le diversità culturali e alla considerazione che «accendere un focus cerimoniale e rituale può risultare soverchiante per qualcuno che potrebbe subire ciò che non gli appartiene».

I gruppi di minoranza non hanno partecipato al voto sottolineando in alcuni interventi di essere «favorevoli al presepe, ma di non volere dare adito a rischi di strumentalizzazione politica».

Nella mozione si considera che il presepe è un simbolo di identità, di storia e di tradizioni che non devono essere annichilite, oltre che espressione di una religione pacifica basata sulla fratellanza, sulla tolleranza, sul rispetto del prossimo e sull’aiuto ai più deboli. Da qui l’invito alla Giunta regionale «a mettere in atto tutte le azioni di propria competenza perché gli studenti dell’Istituto non siano privati del presepe».

Il documento afferma in particolare che è «opportuno unire al coro pressoché unanime delle proteste contro la decisione del Preside la significativa voce del Consiglio regionale della Lombardia, approfondire la vicenda presso gli Uffici scolastici territoriali, adoperarsi perché la società civile di Bergamo possa esprimere la propria opinione in merito». Si auspicano infine per il futuro provvedimenti in ambito didattico che promuovano la conoscenza delle nostre tradizioni religiose, «considerate fondamento della nostra identità e cultura».

Approvato anche un emendamento di Angelo Capelli (NCD) che evidenzia come «negare la tradizione del presepe nel nome di una presunta modernità è un fatto grave» e che «occorre una vera condivisione dei valori umani e cristiani che sono rappresentati dal presepe, in particolare quelli che garantiscono pari dignità a tutti, uomini e donne».

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