Prevenzione: screening dei tumori al colon

Entrerà nel vivo anche a Bergamo per fine mese lo screening dei tumori del colon retto, quarta causa di morte oncologica tra i maschi (dopo il cancro al polmone, al fegato e allo stomaco), seconda tra le femmine (dopo quello alla mamella). L’iniziativa - che ha come testimonial uno tra gli sportivi più amati dai bergamaschi, il mitico Felice Gimondi - è promossa dall’Asl per uomini e donne tra i 50 e i 69 anni, oltre 35 mila nel solo Distretto di Bergamo, 234 mila in tutta la provincia. Attualmente sono già stati coinvolti i residenti nei Distretti di Dalmine, Seriate, Valle Brembana e di Romano (circa 50 mila persone), ma in aprile lo screening si estenderà a tutti i Distretti della provincia.

L’estensione non avverrà però contemporaneamente in tutti i Comuni dei Distretti a causa delle complesse procedure legate all’organizzazione del programma di prevenzione, ma il coinvolgimento di tutti i 240 Comuni è comunque previsto entro la fine del prossimo anno. La seconda «tornata» (seguendo un calendario conforme alle indicazioni regionali) inizierà invece a settembre, in quei distretti - Dalmine e Seriate - che sono stati i primi ad essere coinvolti. «Lo screening del carcinoma colorettale - spiega il direttore generale dell’Asl, Silvio Rocchi - è giustificato dal fatto che questo tipo di tumore rappresenta un problema di salute che coinvolge un grande numero di persone. Nella maggior parte dei casi (circa il 90%) il tumore è preceduto da una formazione benigna (polipo), la cui evoluzione in tumore è un processo di norma molto lento, che può richiedere anche 10-15 anni. Ciò consente di poter intervenire con una diagnosi precoce, e, se la malattia è individuata nelle prime fasi, di migliorare moltissimo le possibilità di cura e guarigione». Il programma è proposto a uomini e donne dai 50 ai 69 anni perché in questa fascia di età il rischio di ammalarsi è alto rispetto ad altre fasce. (13/01/2007)

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