Processo ultrà, colpo di scena
«L’aggressore? È qui in aula»

Lo juventino Francesco Mazzola ha riconosciuto Jean Luc Baroni, accusato del pestaggio della notte tra il 6 e il 7 maggio 2012: «È lui, lo riconosco per la statura, la corporatura e la cicatrice sulla fronte», ha detto durante il processo.

Sull’identità dell’atalantino che quella sera prese a cinghiate lo juventino, però, restano incertezze. Il telefono di Baroni quella sera agganciò le celle di Villa d’Almè. Ancora più di recente un’ex dirigente della Digos esperta in tifoseria ha testimoniato che, seppure non riconoscesse l’aggressore nei pochi istanti di video, non le sembrava identificabile in Baroni. Lui, nonostante l’accusa, non ha puntato il dito su nessun altro. Il video, con Claudio Galimberti, lo ha visto dall’avvocato prima che si scoprisse che l’episodio delle 00,07 fosse il pestaggio di Mazzola. «Quel giorno non ero in centro – ha ribadito – Poi ho parlato con Galimberti, che mi ha detto che l’accusa era una follia».

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