Provincia, la Cgil annota le spine:
costo degli assessori e riorganizzazione

Dopo la presentazione del «nuovo organigramma» della Provincia di Bergamo, venerdì 5 giugno (in occasione della quale il presidente Matteo Rossi ha definito i dirigenti provinciali come i «suoi assessori»), Gian Marco Brumana, segretario generale provinciale della Fp-Cgil solleva un paio di questioni spinose che proprio non convincono il sindacato.

«Nel nuovo organigramma è di tutta evidenza che tra il personale che in futuro verrà dichiarato in soprannumero non ci sarà pressoché nessun dirigente. Il Presidente Rossi pare aver deciso di portare i cosiddetti suoi ‘assessori’, più o meno, tutti con sé nell’avventura del nuovo ente di area vasta. I restanti dipendenti non hanno avuto e non hanno la stessa attenzione. Come FP-CGIL già mesi fa abbiamo sostenuto pubblicamente che la ridefinizione della nuova dotazione organica a costi dimezzati come prevede la legge, con la previsione di posti per quasi tutti gli attuali dirigenti sarebbe stata inaccettabile, per il solo e semplice motivo che un dirigente costa assai più di un dipendente che non lo è. Perché tenere la stragrande maggioranza dei dirigenti vuol dire mettere in sovrannumero un numero ben più consistente di dipendenti” conclude il segretario Brumana.

Sulla dirigenza delle Province - recita sempre il comunicato della Cgil - non si è ancora placata la polemica infuriata sugli organi di informazione all’indomani dell’affermazione della Sezione Autonomie della Corte dei Conti in merito al trattamento economico più elevato dei dirigenti provinciali rispetto a quelli delle Regioni e dei Comuni. «Vera o falsa che sia tale affermazione e il fatto che la media delle retribuzioni dei dirigenti provinciali sia quella di 97.444 euro annui lordi nel periodo 2011–2013, come indicato dalla Corte dei Conti, oppure di 95.937 euro, come sostenuto da altri, poco importa - continua Brumana -. Certo è che le retribuzioni medie dei dirigenti della provincia di Bergamo, sono risultate più elevate delle stesse retribuzioni medie dei pari grado delle province italiane(in allegato si riportano le retribuzioni dei dirigenti della provincia di Bergamo, compreso quella del segretario/direttore generale relative agli anni 2013 e 2014).

«Il Presidente, peraltro, ha anche parlato di un futuro “livellamento’”delle retribuzioni dei dirigenti, forse a compensazione del loro numero - continua il sindacalista -. Non è ben chiaro cosa abbia inteso con questa affermazione, certo è che se il riferimento è all’eventuale assenza della retribuzione di risultato nel corso del 2015, occorre subito chiarire che la causa sta nel mancato rispetto del patto di stabilità del 2014 e non certo di non si sa quale rinuncia degli interessati. Di più, come abbiamo avuto modo di scrivere nel recente passato, ci sono circa 400.000 euro di retribuzioni accessorie dei dirigenti, che nei contratti integrativi della dirigenza dal 2001 al 2014 non trovano alcuna esplicita giustificazione. Le tanto auspicate equità nella ripartizione dei sacrifici, condivisione del percorso e trasparenza nella definizione dei criteri che avrebbero dovuto portare all’individuazione delle risorse umane necessarie per lo sviluppo del nuovo ente di area vasta, paiono aver subito una decisa battuta d’arresto».

Sempre a seguito della presentazione, venerdì scorso, dello schema di riassetto della Provincia, la Fp-Cgil provinciale definisce la riorganizzazione voluta dal presidente come ulteriormente «problematica»: «La Provincia di Bergamo ci risulta essere l’unica provincia lombarda a voler procedere alla ridefinizione di un nuovo organigramma e una nuova articolazione degli uffici e dei servizi nell’attuale caotica e confusa situazione. Per ora si tratta di una proposta contenuta in una paginetta colorata in cui viene indicata la nuova articolazione dei settori con l’indicazione dei servizi destinati ad essere assegnati ad altri enti, quindi a contenere i dipendenti in soprannumero, e di quelli costituenti le funzioni fondamentali del nuovo “ente di area vasta”. Spiccano nella paginetta colorata il nuovo “Settore Sviluppo” con la strategica “Unità di progetto”, e la nuova collocazione del “Servizio Risorse Umane”, con relativa dirigenza, all’interno del “Settore Lavoro, Istruzione e Promozione delle Risorse Umane e Istituzionali”».

I rilievi della Fp-Cgil, al di là della condivisione o meno delle scelte di istituire un settore piuttosto che un altro, riguardano fondamentalmente «la volontà di effettuare una riorganizzazione in una fase di assoluta incertezza, per non dire di confusione, sia a livello sia nazionale che regionale, sul futuro delle province. Basti pensare che mancano attualmente all’appello provvedimenti essenziali quali: la legge regionale di riordino delle funzioni non fondamentali in applicazione della legge Delrio e il decreto ministeriale che deve stabilire i criteri dare l’avvio alla mobilità obbligatoria del personale provinciale. Provvedimenti senza i quali il nuovo “ente di area vasta” è destinato a rimanere solo sulla carta. La riorganizzazione, quindi, avrebbe dovuto rappresentare il punto di arrivo e non di partenza dell’intero processo».

Infine, ripete la Fp-Cgil, «non approviamo la scelta di tutelare prima i più forti, i dirigenti, e, in seconda battuta, la gran parte dei restanti dipendenti, quasi che questi ultimi rappresentino un’inutile appendice, mentre solo i primi sono indispensabili. Certamente nel sistema delle relazioni sindacali e nella considerazione del personale provinciale siamo di fronte a un deciso passo indietro. Così si torna al modo di operare del passato, ai periodi del presidente Pirovano, quando venne da noi definito il “Robin Hood a rovescio”. Nel frattempo, però, si scopre che nemmeno a luglio verrà liquidata ai dipendenti la produttività del 2014, mentre sia la costituzione del fondo per il salario accessorio dell’anno 2015 che la sua ripartizione sono al palo. Questo nonostante i lavoratori continuino a fornire prestazioni che ne presuppongono l’esistenza. Sicuramente la loro risposta non si farà attendere».

Le retribuzioni complessive lorde dei dirigenti della provincia di Bergamo relative agli anni 2013 e 2014

Direttore generale dott. Benedetto Passarello. 2013: 225.569,05 euro. 2014: 202.652,10 euro.

Dott. Alberto Cigliamo. 2013: 114.188,85 euro. 2014: 109.253,36 euro.

Dott. Claudio Confalonieri. 2013: 103.644,09 euro. 2014: 101.076,87 euro.

Dott. Giulio Del Monte. 2013: 93.194,94 euro. 2014: 93.129,57 euro.

Arch. Eugenio Ferraris. 2013: 101.434,76 euro. 2014: 100.319,11 euro.

Dott. ssa Maria Grazia Frescura. 2013: 100.387,31 euro. 2014: 102.070,42 euro.

Dott. Silvano Gherardi. 2013: 108.129,57 euro. 2014: 111.171,80 euro.

Dott.ssa Lucia Marsella. 2013: 108.307,74 euro. 2014: 108.934,10 euro.

Dott.ssa Giuseppina Pettini. 2013: 103.900,39 euro. 2014: 95.465,19 euro.

Avv. Giorgio Vavassori. 2013: 265.604,58 euro. 2014: 192.157,84 euro.

Ing. Antonio Zanni. 2013: 124.456,60 euro. 2014: 120.060,67 euro.

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