«Quel lavoro che non si trova
e le risposte che non arrivano mai»

La riflessione amara di una nostra lettrice: «Perchè, dopo che si è sostenuto un colloquio di lavoro, nessuno si prende la briga di comunicarne l’esito negativo?».

Le faremo sapere... Ma poi la risposta non arriva mai, nel male e nel bene. E di colloquio in colloquio l’attesa si fa sempre più snervante. La racconta una nostra lettrice in questa mail carica di sconforto per chi non risponde mai. Anche solo dicendo che il profilo della persona non va bene: un no che comunque fa male, ma forse non come un’attesa senza risposte. «Vi scrivo con la viva speranza che possiate prendere in considerazione il quesito che vi sto per esporre. Perchè, dopo che si è sostenuto un colloquio di lavoro, nessuno si prende la briga di comunicarne l’esito negativo? Si rimane in un limbo fatto d’attesa, che non trovo né corretto né rispettoso per la persona che attende con ansia, un esito da cui dipenderà il proprio futuro».

«Basterebbe una mail, anche di quelle “pre confezionate”, inviata in tempi ragionevoli, visto che la prima scrematura dei curricola viene già effettuata dalla Agenzie per il Lavoro, nella quale si comunica al candidato: “Buon giorno, signor Pinco Pallino, con questa mail siamo spiacenti di comunicarle che a seguito del nostro colloquio, non abbiamo ritenuto la sua figura professionale, compatibile con quanto da noi ricercato. Ringraziandola per il tempo che ci ha dedicato le porgo i miei saluti”. Questo, dal mio punto di vista, sarebbe qualcosa di educato, rispettoso e degno di una società che si sta evolvendo verso, la considerazione della persona, non come oggetto animato ma persona degna di considerazione e rispetto. In poche parole, di quella che per la mia generazione si chiamava, buona educazione».

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