Racket del marciapiede nella Bassa
Anche 500 euro al giorno

Dovevano pagare anche fino a 500 euro ogni giorno – solo 350 nelle giornate di minor traffico – per poter occupare una porzione di marciapiede sulla provinciale Francesca, tra Cologno al Serio e Urgnano.

Così, per almeno un anno e mezzo (dalla metà del 2012 a tutto il 2013) alcune prostitute originarie dell’Est Europa, avrebbero avuto a che fare con un albanese e un italiano che i carabinieri del nucleo investigativo di Bergamo hanno arrestato all’alba di giovedì.

Secondo quanto loro contestato, infatti, il primo – N. C., 38 anni, residente in via San Bernardino a Bergamo – era il capo e si occupava appunto di organizzare gli spazi sulla Francesca. A riscuotere il denaro dalle giovani lucciole, o dai loro protettori, ci andava lui stesso, oppure inviava il suo braccio destro, che è poi l’italiano arrestato: D. N., 57anni, originario della Puglia ma residente da anni a Cologno al Serio.

Entrambi sono finiti in manette, arrestati nelle rispettive abitazioni, con le accuse di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione in concorso e ora si trovano in carcere a Bergamo (per l’italiano il gip Bianca Maria Bianchi aveva disposto i domiciliari, ma un litigio con la moglie ha fatto optare per il carcere anche per lui). Nei loro confronti era infatti stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare siglata dal gip su richiesta del pm Fabrizio Gaverini, al termine delle indagini dei carabinieri. Indagini che altro non sono che una «costola» dell’operazione «San Valentino», che il 14 febbraio 2013 spedì in cella altri cinque immigrati dell’Est Europa con le stesse accuse.

Continuando gli accertamenti sul racket che sta dietro l’occupazione dei marciapiedi sulla Francesca e il relativo sfruttamento della prostituzione, i militari sono risaliti anche all’albanese e all’italiano.

Entrambi incensurati e disoccupati, pare avessero a che fare con sette o otto prostitute che, a turno, occupavano alcuni spazi sulla provinciale Francesca e sui quali l’albanese vantava la propria protezione. Quando le prostitute non avevano le consistenti disponibilità economiche, l’albanese o l’italiano, suo braccio destro, passavano alle minacce verbali. Non si sarebbero comunque mai verificati episodi di violenza: quando le lucciole non pagavano nemmeno sotto minaccia, venivano semplicemente cacciate via.

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