Raid nella Bassa: chiesto il processo per 21 indagati

Sono 21 i rinvii a giudizio chiesti per i raid nella Bassa Bergamasca, messi a segno dalla banda della «Panda nera»: i pubblici ministeri Enrico Pavone e Giancarlo Mancusi hanno chiuso così la loro indagine sul gruppo di carabinieri, agenti di polizia locale e civili coinvolti in una decina di episodi in cui in sostanza, appoggiandosi anche ad una Fiat Panda di colore nero, avrebbero effettuato controlli in modi discutibili, con uso gratuito di violenza e sparizione di cellulari, soldi e droga.Agli inquirenti questi sono apparsi come veri e propri raid punitivi, compiuti ai danni di extracomunitari e spacciatori. Gli indagati, durante l’inchiesta sono aumentati rispetto agli iniziali 14 di luglio, quando eranostate messe in esecuzione una serie di ordinanze di custodia con varie misure che di fatto avevano azzerato la stazione carabinieri di Calcio .Tutto era partito quando la Procura era messa in allarme da alcune segnalazioni e denunce relative ad un presunto comportamento ai limiti della legalità tenuto da alcuni carabinieri. Misure non detentive erano state notificate anche all’allora comandante della compagnia di Treviglio, Massimo Pani (estraneo però ai raid punitivi).Nel frattempo è però venuta alla luce una nuova parte dell’indagine: l’ex comandante di Treviglio e altri tre carabinieri sarebbero accusati anche per un chilo di hashish che non sarebbe stato sequestrato, ma restituito allo spacciatore.Ora, il 6 dicembre, l’inchiesta passerà davanti al gip che deciderà se accogliere le richieste dei pm, rinviando a giudizio gli imputati, se prosciogliere alcuni o tutti i coinvolti, oppure se accettare le eventuali richieste di riti alternativi.(26/11/2007)

© RIPRODUZIONE RISERVATA