Regalare un libro per Natale?
Ecco qualche consiglio per gli acquisti

Dai romanzi stranieri a quelli italiani, passando per i gialli e la letteratura fantastica o per ragazzi.

«Non c’è nave che possa, come un libro, portarci nelle terre più lontane» scriveva Emily Dickinson. Leggere è sempre un viaggio: ci sono mondi da scoprire, vite da attraversare, pensieri che - terminata la lettura - entrano a far parte di noi. Ecco perché regalare libri, a Natale, scegliendoli con cura, è un gesto che supera il valore degli oggetti. Scegliendo tra i molti che abbiamo letto quest’anno, vi offriamo alcuni consigli, da vagliare con la consapevolezza che il titolo giusto al momento giusto può far scattare una scintilla, come quando ci si innamora.

Romanzi stranieri - «Eccomi» (Guanda) di Johnatan Safran Foer, scrittore americano reso celebre da «Ogni cosa è illuminata» e «Molto forte, incredibilmente vicino», è un romanzo potente, che parla di quanto sia difficile restare fedeli a se stessi, qualunque sia il proprio ruolo, a partire dalle piccole cose.

È arrivata in Italia in sordina la Trilogia di Holt di Kent Haruf, ambientata in una cittadina immaginaria del Colorado, composta da «Canto della pianura», «Crepuscolo» e «Benedizione» (tutti editi da NN edizioni). Per Natale la trilogia si trova in uno speciale cofanetto arricchito da «contenuti speciali», per veri appassionati. Torna anche, in versione natalizia (copertina rossa), un romanzo cult che vale la pena di leggere e rileggere: «Stoner» di John Williams (Fazi), in cui un uomo solitario, un professore, si ritrova a Natale nei corridoi deserti dell’università a fare i conti con se stesso. Un bel libro è anche «Cronosisma» di Kurt Vonnegut (Minimum Fax) in cui all’improvviso per una strana contrazione dell’universo, l’umanità si ritrova a vivere di nuovo gli ultimi dieci anni, ripetendo esattamente le stesse azioni. Come scrive Nicola LaGioia nell’introduzione, «messi davanti alla più grande delle occasioni, sbaglieremo una volta e un’altra volta ancora». Una meditazione amara sulla condizione umana.

Nel mondo della fantasia - Ampia scelta per chi ama il genere fantasy e fantastico: a partire da «Harry Potter e la maledizione dell’erede» (Salani) scritto da J.K. Rowling, Jack Thorne e John Tiffany, che pur essendo pensato sotto forma di sceneggiatura soddisfa la fame di nuove avventure degli appassionati della saga. A proposito: a gennaio uscirà nella stessa veste (un copione), dopo il grande successo del film, «Animali fantastici e dove trovarli» (sempre Salani). Accanto ai titoli più quotati del momento (e ci mettiamo «I racconti dei Ragazzi speciali» di Ransom Riggs, Rizzoli, e le serie legate a Trono di spade e Star Wars) vale la pena di rivolgersi anche ad autori italiani come Licia Troisi, che propone «La saga del dominio. Le lame di Myra» (Mondadori).

Oppure riscoprire qualche classico come «Le cronache di Narnia» di C.S. Lewis (Mondadori), appena ripubblicate in una nuova edizione. Da «Agura Trat» a «Le streghe», Salani in occasione del centenario di Roald Dahl ha ripubblicato tutti i suoi testi, da riscoprire. Compreso «Il Ggg» da cui è tratto il film di Spielberg sul Grande gigante gentile, in uscita nelle sale cinematografiche.

Cucina, diete & dintorni - Eugenia Cheng apre una nuova frontiera nei libri di cucina con il suo «Biscotti e radici quadrate. Lezioni di matematica e pasticceria» (Ponte alle Grazie). L’accostamento è molto affascinante e soddisfa due tipi di fame: da un lato insegna come cucinare creme, pasticci e biscotti, come i brownies al cioccolato senza glutine (utilissimo in periodi di festa), dall’altra si addentra, con una serie di analogie, nel ragionamento logico-matematico, e l’insieme è molto stimolante.

Romanzi italiani - Per chi voglia capire come funzionino arruolamento, cursus honorum, codici, mentalità, linguaggio, gerarchia di valori dei ragazzini di camorra, l’ultimo romanzo di Saviano: «La paranza dei bambini» (Feltrinelli). Restiamo in Campania con Bruno Arpaia, autore del bellissimo «Qualcosa, là fuori» (Guanda). In un futuro non lontanissimo, i cambiamenti climatici estremi provocano esodi biblici, desertificazioni, inondazioni, neobarbarie, scontri etnici, perdita di arte, letteratura, cinema, cultura. Storia di disperata transumanza di «migranti ambientali», aspiranti allo status di «profugo climatico», dal Sud Europa alla Scandinavia; formidabili descrizioni di paesaggi «acidi», devastati, sotto cieli non più cordiali. Notevole rivincita della narrazione descrittiva.

Dalla desertificazione della natura all’esaltazione della sua sfolgorante forza e bellezza ne «Le otto montagne» di Paolo Cognetti (Einaudi). Montagna come «categoria dello spirito», salvezza nel silenzio, droga che dà dipendenza, cemento/teatro necessario di amore familiare e amicizia. Con «Un bene al mondo» (Einaudi) Andrea Bajani porta al massimo grado il suo sistema di solidificazione, reificazione, materializzazione delle emozioni. Qui il dolore si è concreto in presenza vivente e narrata, personaggio fra i personaggi, compagno più fedele del protagonista bambino nel passaggio dall’infanzia all’età adulta.

Gialli italiani - In Italia il romanzo «giallo» gode di vitalità straordinaria, nutrendosi delle enormi ricchezze delle nostre cento città (e province), occupando territori dell’indagine sociale e psicologica, attestandosi a romanzo prima che romanzo di genere. Se n’è accorta anche la tv, che dall’inventiva, per esempio, di Marco Malvaldi e Antonio Manzini ha tratto le due serie, rispettivamente, del BarLume e di Rocco Schiavone. «Sei casi al BarLume» e «La battaglia navale» (Sellerio) sono le ultime gesta dei vecchietti della versiliana Pineta. Di Manzini,«7-7-2007» (Sellerio) è uscito, guarda caso, il 7-7-2016: quello che succede quando «i bravi ragazzi si incontrano con gli orchi», in una Roma da Suburra, capitale viziosa e corrotta.

Ma la lista dei bravi giallisti italiani, capaci di raccontare il Paese è lunga: tra i molti regali che difficilmente mancheranno l’obiettivo, B(Einaudi), del napoletanissimo Maurizio De Giovanni, più fresco episodio della serie del commissario Ricciardi. O «L’estate fredda» (quella del 1992 e delle stragi di mafia) di Gianrico Carofiglio (Einaudi). Se poi si vuole un giallo scritto «dal di dentro», da uno del mestiere: «Il metodo della fenice» (Giunti), di Antonio Fusco, funzionario della polizia di Stato e criminologo forense.

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