Restauro ex convento: rush finale
Astino sarà meraviglia dell’Expo

È il passato che torna a vivere. Le facciate con i colori originali, gli affreschi e le volte riportate alla luce, le antiche inferriate, le pesanti travi di legno.

E le scoperte continue - ultime due vasche forse riutilizzate per dare da bere agli animali, nella parte sinistra del cortile, sotto una pesante lastra di pietra - che raccontano pezzi di storia dell’ex monastero di Astino, splendido gioiello che sta ritornando all’antico splendore per l’Expo.

La Fondazione Mia ha investito oltre 3,5 milioni nei lavori ad Astino, che cadono nell’anno in cui la Misericordia Maggiore celebra il 750° di fondazione. Il cantiere - partito a dicembre - è febbrile. Un’ottantina tra operai, tecnici, restauratori lavora giorno (e presto anche di notte) al suo restauro. Un lavoro certosino, dove nulla è lasciato al caso.

Friedel Elzi, presidente della Val d’Astino, braccio operativo della Mia, ne conosce ogni angolo rimesso a nuovo, ogni intervento, ogni difficoltà incontrata sul percorso. Perché qui dove ogni centimetro parla di una storia millenaria - fu fondato nel 1107 da alcuni monaci vallombrosani - ogni volta che si scava si trova un reperto, una testimonianza del passato. «È una meraviglia, uno spettacolo...».

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