Rimborsi pensioni, partenza in salita
Mille in coda agli sportelli bergamaschi

Lunghe attese e centralini telefonici intasati il 3 agosto nelle sedi di città e provincia per le richieste di chiarimento sulle somme dovute per la mancata indicizzazione 2012/2013.

Lunedì nero per gli sportelli Inps della Bergamasca, presi letteralmente d’assalto da quanti volevano informazioni sul «famigerato» rimborso per la mancata indicizzazione degli assegni nel 2012 e 2013. Code infinite nelle sedi cittadine, ma anche negli uffici in provincia (Clusone, Terno d’Isola, Romano di Lombardia, Treviglio, Grumello e Zogno), con una stima della direzione provinciale che calcola l’accesso di oltre mille persone.

Dal primo di agosto alcune categorie di pensionati – nella Bergamasca gli interessati sono circa 60 mila e, da fonti sindacali, l’ammontare dei rimborsi attesi dovrebbe sfiorare i 43 milioni di euro – dovrebbero aver ricevuto in pagamento i rimborsi legati alla mancata indicizzazione delle pensioni decisa per il 2012 e il 2013 dal decreto «Salva Italia» del governo Monti.

Una norma che è stata ritenuta incostituzionale dalla Consulta con la sentenza 70 del 30 aprile 2015, a seguito della quale il governo Renzi ha deciso – con un decreto poi tramutato in legge dal Parlamento – chi e quanto rimborsare.

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