Ritardi, il prefetto bacchetta le Poste

«A questo tipo di riunioni Poste Italiane devono far partecipare dirigenti in grado di poter prendere decisioni». Non ha usato mezze parole il prefetto di Bergamo, Cono Federico, durante l’incontro della Conferenza permanente provinciale indetta oggi proprio per analizzare i problemi della consegna della corrispondenza, e non solo.

All’incontro - l’ennesimo per analizzare la questione dei ritardi e delle carenze di organico - Poste Italiane era rappresentata dalla responsabile della filiale 1 di via Locatelli a Bergamo, Margherita Manzo, mentre il prefetto ha ricordato che il dirigente regionale ha sempre rifiutato l’invito.

C’erano invece il vicesindaco di Bergamo, Ebe Sorti Ravasio, primi cittadini di molti Comuni e rappresentanti di Comunità montane. Dalle loro parole è emerso un quadro ancora più sconfortante: in alcuni casi la situazione degli sportelli è ancora più critica della consegna della corrispondenza, con code che talvolta sono così lunghe da uscire dagli uffici.

Quella dei pochi sportelli aperti non è l’unica «nuova» lamentela: l’introduzione della tariffa unica (abolizione della posta ordinaria e trasformazione in prioritaria) ha fatto ripiombare la situazione nel buio delle lettere lumaca. Tanto che, ha segnalato uno dei sindaci, il giornale informativo comunale è stato consegnato alle famiglie dopo due mesi, quando tutte le scadenze erano già passate.

La rappresentante delle Poste, confermando la sua impossibilità di prendere decisioni ufficiali per i vincoli interni all’azienda, ha ricordato la situazione dei portalettere: quando cominciano a conoscere il territorio hanno il contratto in scadenza, e per quelli bravi non si può procedere a un rinnovo, che altrimenti vincolerebbe le Poste a un’assunzione definitiva.

Il prefetto ha assicurato che del caso Poste e della situazione in Bergamasca informerà il ministero, confermando anche che conta di indire presto una nuova riunione per valutare i progressi.

(18/04/2007)

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