Rogo in cascina, fienile distrutto
I proprietari: è un gesto doloso

«Siamo convinti che si tratti di un gesto doloso e non di un’autocombustione». È quanto hanno sostenuto alcuni soci della Società agricola Probi Contadini di Fara Olivana, all’indomani dell’incendio la sera del 20 marzo ha distrutto 900 quintali di balle di fieno e il vecchio fienile sotto il quale erano sistemate.

I danni sono notevoli soprattutto per la struttura il cui tetto è andato completamente bruciato e nove delle dodici colonne hanno ceduto per l’effetto del calore: un fienile ormai inservibile e destinato per ragioni di sicurezza al necessario abbattimento. In fumo anche 14 mila euro di fieno, quanto è il suo valore commerciale. La tesi del dolo era stata avallata da alcuni dei 14 soci che fanno parte della Probi contadini, già venerdì sera durante le operazioni di spegnimento da parte dei vigili del fuoco. Improbabile secondo gli addetti ai lavori l’ipotesi dell’autocombustione: «Non avviene di sicuro a metà marzo, in un periodo fresco e a distanza di otto mesi dal raccolto e dalla collocazione delle balle di fieno – hanno spiegato ieri alcuni soci –. Inoltre il fenomeno è lentissimo e si sviluppa internamente alla massa di fieno, qui invece l’incendio è divampato rapidamente, esternamente e su tutto il fronte di 60 metri del fienile, a dimostrazione che il fuoco è stato appiccato». Tesi sulla quale vigili del fuoco e carabinieri non si esprimono.

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