Sagre e feste, boom anche in inverno
«Ma così muoiono bar e ristoranti»

Sagre, fiere, feste e mercatini. Ora non vengono più organizzate solo d’estate, ma anche in inverno, con tanto di strutture riscaldate. Risultato? La concorrenza con i bar e ristoranti è sempre più agguerrita. E c’è chi protesta.

Come il nostro lettore Gianpiero Maggioni, consulente aziendale della Bassa Bergamasca che ci ha inviato una riflessione aperta, che destinata ad aprire il dibattito: «Quest’anno – scrive – nei nostri paesi della Bassa illuminati amministratori anche in dicembre stanno concedendo ed organizzando con associazioni, cooperative, squadre di calcio e/o comunità di qualsiasi tipo e dimensione le loro belle feste con i tendoni riscaldati» .

Secondo il lettore questa proliferazione di feste non aiuta i locali dei paesi, già in difficoltà a causa della crisi: «Ma vi rendete conto – prosegue il lettore – che oggi il titolare di un bar o di un ristorante deve chiudere e licenziare dipendenti perché un sindaco non riesce a capire che le associazioni devono raccogliere contributi non a carico di povera gente che per questo perde il lavoro, ma di chi veramente e liberamente vuole contribuire? Quello che raccolgono questi enti sono i pochi guadagni di un commerciante, i miseri stipendi di un giovane cuoco, le mance di un universitario che la sera fa il cameriere».

«Se il mio barista fa una festa nel suo locale una sera – aggiunge il consulente aziendale – deve spendere migliaia di euro per regolarizzare il personale, i musicisti, gli addetti ai rifiuti e anche le cimici. Se vuole aprire un esterno il comune gli cava anche il fegato con gli oneri». E conclude: «È tutto a carico nostro, anche i mancati controlli. E intanto i nostri ragazzi non trovano lavoro, i commercianti fanno i debiti e poi falliscono, l’economia scoppia».

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