Santa Caterina, il Tar stoppa il coprifuoco
Il Comune ribatte: residenti lasciati soli

Locali aperti fino alle 2,30 nei festivi e prefestivi. Il Tar di Brescia ha in parte accolto il ricorso di sei esercenti di Borgo Santa Caterina contro l’ordinanza del Comune di Bergamo, che aveva imposto la chiusura anticipata dei locali pubblici della via. Confesercenti: riconosciuto il diritto all’attività economica. Il vicesindaco: l’autorità giudiziaria non ha ascoltato gli esposti dei cittadini. A gennaio la sentenza.

In attesa della Camera di consiglio che si terrà il 14 gennaio, il tribunale amministrativo ha parzialmente sospeso il provvedimento del sindaco. In sintesi, i gestori potranno tenere aperta l’attività fino alle 2,30 nei festivi e prefestivi. La decisione ha effetto immediato.

Il decreto, nell’adottare «una soluzione mediana tra interessi pubblici e privati», ha anche stabilito di posticipare alle 22,30 (anziché alle 20 come deciso dal Comune) il divieto di vendita di bevande alcoliche e analcoliche in vetro o lattina.

«Siamo moderatamente soddisfatti - spiega Filippo Caselli, vicedirettore di Confesercenti - perché viene riconosciuto il diritto di esercizio dell’attività economica, salvando le serate in questo importante periodo delle festività natalizie. Aspettiamo con fiducia la trattazione del ricorso per ottenere piena soddisfazione delle ragioni degli esercenti. Cogliamo l’occasione per ribadire che sia le associazioni di categoria che i ricorrenti sono sempre disponibili a percorrere la via del dialogo con l’amministrazione comunale, per arrivare a soluzioni condivise».

«Le associazioni di categoria direttamente non hanno potuto presentare il ricorso - sottolinea Pietro Bresciani, funzionario Ascom - in quanto il problema non incide su un’intera categoria ma bensì solo su alcuni operatori di un’area ben specifica. Il ricorso è stato quindi presentato da alcuni – sei – esercenti di Borgo Santa Caterina. Il risultato parziale che ad oggi emerge da una prima risposta dal Tar di Brescia ci rende ottimisti in quanto va a tutelare il “cassetto” in questo periodo dell’anno, in cui la voglia di fare festa e di passare serate fuori casa incide sull’andamento dei consumi. Indipendentemente dalla sentenza definitiva che si avrà attorno alla metà di gennaio, auspichiamo che si possa tornare ad un dialogo costruttivo con la pubblica amministrazione e con i residenti».

«Con questa prima decisione, gli esposti dei cittadini e le loro segnalazioni – spiega il vicesindaco Sergio Gandi – rimangono senza ascolto da parte dell’autorità giudiziaria: il tribunale non ha saputo cogliere le esigenze dei residenti con questa sospensione. Abbiamo fatto tutto quello che le norme vigenti ci consentono di fare: forse è ora di chiedere al Parlamento di rafforzare i poteri dei Comuni in questi ambiti».

Il fatto che il ricorso sia stato accolto solo parzialmente, secondo il Comune di Bergamo, dimostra che in Borgo Santa Caterina il problema sia comunque riconosciuto: il regime sanzionatorio attuale, spiegano da Palafrizzoni, non viene infatti messo in discussione, a dimostrazione della bontà delle ragioni dell’amministrazione comunale nel contenimento del problema. Inoltre, nel mese di dicembre ovvero da quando l’ordinanza è entrata in vigore, sono state elevate ben 5 sanzioni per inosservanza delle nuove regole.

«Il dialogo con le associazioni di categoria e i commercianti – prosegue Gandi – non è mai mancato da quando l’amministrazione si è insediata e proseguirà certamente nelle prossime settimane. L’ordinanza è stato il primo tentativo in anni di voler governare una situazione che i residenti non riescono più a tollerare, e i numerosi esposti di questi ultimi mesi sono lì a dimostrarlo: abbiamo fatto tutto quello che potevamo per individuare i locali che più degli altri hanno contribuito ad esacerbare gli animi dei residenti. Confermiamo comunque la volontà di lavorare sulla rivitalizzazione di altre aree della città, nel tentativo di “alleggerire” la situazione attuale del Borgo».

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