Sant’Agata, si riparte quasi da zero
Solo una proposta, zero finanziamenti

La busta è stata protocollata lunedì mattina 2 febbraio a Palazzo Frizzoni, sul filo di lana. Ultima mattina utile per rispondere al bando, alla «manifestazione d’interesse» lanciata a fine settembre dalla Giunta Gori, per il recupero e la valorizzazione dell’ex carcere di Sant’Agata e dell’annesso ex monastero del Carmine.

Tecnicamente un avviso «per chiamata di idee» che ha trovato solo un interlocutore. Il plico arrivato all’ufficio Protocollo è stato comunque una sorpresa anche per l’amministrazione comunale che nell’esito positivo del bando nutriva poche speranze. «Avevamo quasi la matematica certezza che il bando andasse deserto», dicono da Palazzo Frizzoni. In questi mesi giusto un paio di operatori immobiliari hanno chiesto di poter visitare lo splendido complesso nel cuore di Città Alta. Ma i sopralluoghi non si sono tradotti in proposte concrete.

Sulla busta le firme di Matteo Sangalli, docente di Tecniche della rappresentazione nel Laboratorio di progettazione architettonica del Politecnico di Milano, di tre suoi studenti Eva Cividini, Andrea Colombo e Mirko Santoni, oltre che dell’ingegnere Donato Musci. Il contenuto non è ancora noto, la busta verrà aperta in questi giorni. Si tratta di una proposta progettuale per il recupero funzionale dell’intero complesso, ma che non dovrebbe avere dietro un operatore pronto a finanziare l’operazione, che si stima possa avere un costo attorno ai 15 milioni. Le certezze si avranno nei prossimi giorni, ma se dovesse trattarsi «solo» di una proposta lanciata all’amministrazione comunale, chiaro che la Giunta Gori si troverà punto e a capo.

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