Sardegna, il giorno dopo
«Abbiamo perso tutto»

La disperazione dei familiari delle vittime e di tutti coloro che nell’alluvione hanno perso tutto quello che avevano. Migliaia gli sfollati. Tanta la rabbia di chi è rimasto. Lo straordinario aiuto delle forse dell’ordine e dei molti volontari.

Il «Day after» nei quartieri di Olbia flagellati dalla tragica alluvione di lunedì sera è un mix di emozioni forti. C’è la disperazione di chi ha perso tutto e accusa i ritardi della macchina dei soccorsi, ma anche il sollievo di tanti che si sono salvati, in una città che oggi piange le sue vittime, ben nove nella sola Olbia, 13 in tutta la provincia. Migliaia gli sfollati in Gallura, che questa mattina sono tornati nelle loro case e, in mezzo al fango, si sono rimboccati le maniche per salvare il salvabile.

Travolti da un’ondata di acqua alta un paio di metri, che ha spazzato via tutto ciò che ha trovato sulla sua strada, trascinando auto e detriti, gli abitanti dei quartieri di Raica, Putzolu, Bandinu, Santa Mariedda e Sant’Antonio fanno la conta dei danni. Non hanno luce, gas, la linea telefonica è muta e anche i cellulari sono scarichi, perché è impossibile ricaricarli.

E’ tanta la loro rabbia, ma con l’aiuto delle forze dell’ordine e dei volontari della Protezione civile non smettono di spalare fango e tentare di recuperare le auto, finite dall’altra parte della città.

Morte e lacrime di disperazione. I torrenti sono straripati e le strade sono state invase da una marea di acqua e fango. Una cosa mai vista a Olbia, raccontano i superstiti. Il ciclone Cleopatra ha portato morte e distruzione. Migliaia gli sfollati che trascorreranno anche la prossima notte in casa di parenti e amici o negli alberghi che hanno messo a disposizione le loro camere sfitte per la popolazione. Molti hanno trovato riparo nelle chiese, tante le parrocchie che stanno dando una mano a chi è più in difficoltà.

Ma dopo il sole di martedìmattina, martedì sera è ripreso a piovere a dirotto e la paura è tanta. Una donna racconta gli attimi di terrore vissuti ieri sera. «Stava già piovendo da sabato a Olbia e ieri non avevamo né luce né telefoni e non sapevamo cosa stesse accadendo. Erano circa le 18, abbiamo capito che qualcosa non andava e siamo usciti, all’improvviso abbiamo visto un’ondata arrivare verso le nostre case, sembrava un oceano, ha spazzato via tutto trascinando le nostre auto, un inferno durato 15 minuti. Per fortuna siamo riusciti a metterci in salvo salendo ai piani alti della palazzina». «Abbiamo perso tutto - racconta un’altra signora che vive vicino al Rio Saligheddu, che ha straripato inondando le case - solo chi abita nei piani alti si è salvato. Auto distrutte e case allagate, mai visto un inferno così a Olbia».

E tra gli sfollati è polemica anche per i soccorsi. «Nessuno ci ha avvisato - accusa una insegnante - non si era mai vista tanta acqua a Olbia, ma se questa è una zona a rischio perché nessuno ci ha avvisato? Dovevano dirci da ieri di non uscire di casa o di riparare nei piani alti. Io ero a scuola quando è successo il disastro e non potevo tornare a casa. Ora abbiamo perso tutto, chi paga i danni?».

La disperazione è tanta, per chi ha visto svanire in pochi attimi tutto ciò che aveva. «In questa strada è morta un’anziana - raccontano in lacrime gli abitanti di via Lazio - e abbiamo vissuto momenti di vero terrore». La denuncia è unanime: «Perché non siamo stati avvisati in tempo?». «Ma questa è Protezione civile o incivile?» domanda una donna mentre fa la conta dei danni nella sua casa. «Vivo a Olbia da 40 anni, non avevo mai visto una cosa del genere - confessa - E’ peggio dell’alluvione del 1978».

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