Scuola, 100mila nuovi docenti
Riforma approvata, sei d’accordo?

Dieci giorni fa furono presentate solo le linee guida sulla «Buona scuola» del governo di Matteo Renzi. Nel Consiglio dei ministri di giovedì 12 marzo, invece, è stato approvato il disegno di legge di riforma del sistema scolastico, contro il quale ieri sono scesi in piazza gli studenti in diverse città italiane.

«La riforma della scuola è quella principale per il Paese, ne siamo orgogliosi», ha annunciato il premier aprendo la conferenza stampa. «Siamo riusciti, dopo una lunga discussione, a trovare un buon clima in Consiglio dei ministri - ha detto Renzi -. Ora la palla passa al Parlamento. Le proposte sulla scuola sono realizzabili abbastanza rapidamente, con grande intensità, se il Parlamento vorrà lavorare con senso d’urgenza. Sono molto ottimista».

Come già preannunciato, a proposito della progressione di carriera dei docenti, restano gli scatti fondati sull’anzianità, ma viene inserita anche una cifra aggiuntiva sul merito: 200 milioni di euro a partire dal 2016. «Il merito lo valuterà il preside, sentito il consiglio dei docenti, secondo modalità che sceglieranno», ha chiarito Renzi. Perché «il primo punto» della riforma della scuola «è l’autonomia - ha continuato - Ogni scuola vive la propria autonomia».

Ci sarà inoltre la «Carta del prof», un bonus annuale in denaro ai professori da spendere per finalità culturali che ammonterà a 500 euro (innalzato, dunque, rispetto alle bozze del ddl che prevedevano 400 euro l’anno). Un rimborso spese «per andare a teatro, a sentire un concerto, a vedere l’opera... Anche questo è cultura», ha spiegato Renzi.

Compare anche la «chiamata diretta» degli insegnanti da parte dei presidi, che potranno scegliere gli insegnanti direttamente da un Albo nel quale sono pubblicati anche i curricola dei docenti «in assoluta trasparenza», ha garantito il premier. «Grazie all’organico funzionale non ci saranno mai più classi pollaio né supplenti», ha aggiunto Renzi. «Gli stessi presidi saranno poi valutati», ha poi precisato.

Resta la detrazione fiscale per coloro che manderanno i figli nelle scuole paritarie, accanto ad altri strumenti fiscali come il cinque per mille e lo «school bonus», ossia speciali detrazioni a chi investe sulla scuola. Quanto al Piano assunzioni, il vero nodo della riforma, il premier ha chiarito che il ddl prevede «l’assunzione di 100 mila precari, che viene alla fine di questo percorso. C’è l’intenzione di sanare una ferita di 20 anni di promesse verso il corpo docente».

Ma ha precisato: «Tutti coloro che sono nelle graduatorie a esaurimento e i vincitori di concorso 2012 saranno assunti e dunque inseriti nell’organico funzionale. ma gli idonei che stanno dentro le graduatorie di istituto no: loro dovranno fare un concorso». Nella riforma della scuola è rafforzato l’insegnamento di «musica, arte, lingue, educazione motoria», ha proseguito Renzi. «Ci sarà particolare attenzione, dalla primaria, alla assoluta professionalità di chi insegna l’inglese, per dare insegnamenti non appiccicaticci - per cui si fa fare un corsettino alla maestra - ma si richiede un inglese assolutamente perfetto», spiega il premier. Così come anche «l’educazione motoria non può essere il giocattolino in attesa di fare altre cose, non può essere l’ora di svago».

Pur non rientrando nella riforma, Renzi ha infine colto l’occasione per ricordare che dalla Banca europea degli investimenti «sono in arrivo 940 milioni di euro per l’edilizia scolastica».

I sindacati sono contenti a metà: «Troppo vaghi sulle assunzioni». Gli studenti (in 50 mila) subito in piazza: «Da Renzi solo pagliacciate».

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