Senza Tasi risparmio medio di 261 euro
Ma poi il Comune dove trova 10,8 milioni?

«Via la Tasi dal 2016» ha annunciato Matteo Renzi. L’abolizione della tassa sulla prima casa vale un risparmio totale di 3,4 miliardi. Che per Bergamo si traduce in uno sconto medio di 261 euro per famiglia con una casa di proprietà.

È questo l’impatto che il provvedimento potrebbe avere per i 40 mila contribuenti della città che pagano la Tasi, l’imposta comunale sui servizi indivisibili. A fare i conti per le famiglie italiane è un’indagine del Sole24Ore che ha messo sotto la lente gli effetti dello stop alla Tasi nei capoluoghi di provincia. A Milano il risparmio medio per i proprietari di prime casa sarà di 308 euro, a Brescia di 173 euro. I vantaggi maggiori si registrano a Bari e Roma dove il «bonus» sarà rispettivamente di 440 e 411 euro.

L’iniziativa del premier ha scatenato lunghi dibattiti, qualche plauso, polemiche e mugugni, anche all’interno del Partito democratico. Il «patto con gli italiani» lascerà qualche soldo in più nelle tasche dei 19 milioni di proprietari di prime case quindi, ma potrebbe andare di traverso agli amministratori locali.

L’altra faccia della medaglia. I Comuni potrebbero perdere una preziosissima entrata. Potrebbero perché il governo dovrà mettere a punto modalità alternative per compensare gli enti locali che si vedranno privati di una pesante voce di bilancio. A Palazzo Frizzoni la Tasi frutta 10,8 milioni, non bruscolini, anche se il gettito maggiore (46,4 milioni) arriva dall’Imu che riguarda seconde case e altri immobili. Soldi che servono per finanziare i servizi. L’assessore al Bilancio Sergio Gandi, non certamente un renziano, butta lì la questione nell’arena di Facebook: «A me l’abolizione della Tasi va bene se Renzi mi dice dove il Comune trova 10,8 milioni: me li dà lui? Equivalgono ai servizi sociali: li aboliamo?».

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