Si poteva evitare la morte di Youssef?
Trenta indagati fra medici e infermieri

Si poteva evitare la morte di Youssef, il neonato partorito prematuramente (a 24 settimane e tre giorni) dopo che la madre era rimasta coinvolta in un lieve incidente stradale in un parcheggio?

È quello che dovrà stabilire l’inchiesta aperta dal pm Maria Cristina Rota per omicidio colposo che vede indagati trenta fra medici e infermieri dell’ospedale di Calcinate e del «Papa Giovanni» di Bergamo e la conducente dell’auto che il 6 novembre aveva provocato l’urto, E. R., venticinquenne bresciana di Cologne.

Sotto inchiesta c’è dunque un numero elevato di persone, che pare però destinato a essere sensibilmente scremato dopo gli esiti dell’autopsia (compiuta venerdì al «Papa Giovanni» dal medico legale Antonia Locatelli dell’Università di Milano) che si conosceranno solo nei prossimi mesi.

Da lì in poi si potrà cominciare a stabilire chi si è eventualmente macchiato di negligenze. Il pm Rota all’anatomopatologo ha affiancato anche un ginecologo, Patrizio Antonazzo, responsabile delle sale gravidanza dell’Istituto Sacco di Milano.

Martedì, invece, alla stazione dei carabinieri di Cologne, il paese in cui è accaduto l’incidente, verrà conferito l’incarico all’esperto di cinematica, Cinzia Cardigno di Brescia, cui spetterà ricostruire l’esatta dinamica dell’impatto. Un incidente risoltosi con una constatazione amichevole.

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