Si va verso la chiusura delle indagini
Il legale: «Per Bossetti è una tortura»

Entro fine mese il pubblico ministero Letizia Ruggeri potrebbe chiudere le indagini sull’omicidio di Yara.

Intanto, dopo la notizia del ritrovamento sui pantaloncini di Yara Gambirasio di minuscoli frammenti di tessuto di sedile, che sarebbero riconducibili al furgone di Massimo Bossetti, la difesa non molla. L’avvocato del muratore di Mapello, Claudio Salvagni, affermando che «quest’uomo sta subendo una tortura», ribatte punto su punto contro gli indizi che continuano a trapelare «sulla stampa, perché io che sono l’avvocato non ho avuto alcuna informazione ufficiale, mentre per l’ennesima volta mi trovo a dover commentare le notizie apparse sui giornali».

L’inchiesta è stata lunghissima e tormentata, costellata di colpi di scena , che ha coinvolto centinaia di investigatori e specialisti. Ora nelle mani del pm ci sarebbero tutti gli elementi utili per chiudere il cerchio.

Intanto il 25 febbraio, mercoledì prossimo, la Cassazione si pronuncerà sul ricorso della Difesa di Bossetti sul respingimento della prima istanza di scarcerazione, sulla quale alla fine dell’anno scorso si sono già espressi negativamente sia il gip che il Tribunale del Riesame.

Secondo la difesa il Dna di Bossetti trovato sugli slip di Yara non poteva essere considerato un grave indizio di colpevolezza, mentre per i giudici (sono parole del Riesame), «il cospicuo materiale biologico dell’uomo sul cadavere della ragazzina è sufficiente a profilare un coinvolgimento di Bossetti nell’omicidio, a prescindere dalla dinamica delle vicende che conducevano al decesso e dal movente».

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