«Sono musulmano, mi abbracci?»
Catene umane di pace contro i pregiudizi

Quanto avete paura dell’islam? Abbastanza da non fidarvi di un musulmano bendato, in mezzo alla strada, che vi chiede un abbraccio? L’esperimento sociale è andato in scena a Toronto, in un Paese – il Canada – scottato da una serie di attentati di matrice islamica.

Eppure c’è persino chi ha fermato l’auto in mezzo alla strada per abbracciare Mustafa Mawla, un ragazzo musulmano (con tanto di barba da mujaheddin). Mustafa si è posizionato su un marciapiede in una delle vie più frequentate della metropoli canadese con gli occhi coperti da un fazzoletto bianco. Ai suoi piedi due cartelli in bella mostra: uno con la scritta «Io credo in te, tu ti fidi di me? Abbracciami» e un altro che dichiarava «Sono musulmano e sono etichettato come terrorista». In un video virale che ha fatto il giro dei più importanti network mondiali si vede Mustafa a braccia aperte in attesa di un abbraccio: i primi a rompere il ghiaccio i più giovani, qualche timida e rapida stretta al collo, poi un via vai di persone, di tutte le razze hanno manifestato la loro fiducia nel prossimo, di qualunque appartenenza religiosa, con un abbraccio.

L’esperimento è stato ripreso in un video diffuso su YouTube grazie a Time Vision Production e vuole sensibilizzare la gente comune sugli stereotipi associati all’islam e parlare a quei musulmani integralisti che usano la religione per giustificare violenze atroci.

Un esperimento riuscito e che ci mette alla prova rispetto ai nostri pregiudizi e al facile binomio: musulmano-terrorista. Un binomio crescente a causa delle violenze a cui assistiamo inermi attraverso i media e che arrivano dalla Siria e dall’Iraq, perpetrate dall’Isis. Pregiudizi crescenti nel Nord America ma anche in Europa stando a una recente ricerca di «The Economist»: nei 28 Paesi Ue solo il 2% della popolazione è di fede musulmana. In Francia sono il 7,5% e in Germania il 5,5%. Eppure la percezione della presenza islamica da parte dei cittadini europei è ben diversa: in Francia la gente ritiene che ci sia almeno il 31% della popolazione musulmana e in Germania il 29%. In Italia si pensa che i musulmani siano il 20% della popolazione complessiva quando sono il 3,7%. Dati che vanno di pari passo con il successo di partiti islamofobi come Ukip nel Regno Unito, Front National o la Lega Nord in Italia.

Ben vengano dunque piccole azioni simboliche come quella di Mustafa e dei suoi abbracci alla cieca ma anche dei giovani musulmani di Oslo che hanno stretto un anello di pace intorno alla sinagoga nel giorno dello shabbat, per lo meno per farci riflettere sui rischi di ragionare per blocchi contrapposti e non guardare più chi ci sta di fronte, di non fare lo sforzo di prendere le misure a una paura pur motivata.

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