Spesa delle Province da dimezzare
299 dipendenti a rischio ricollocamento

«C’è il rischio di un cortocircuito» sul futuro del personale delle Province e dei servizi da garantire ai cittadini.

Daniele Bosone, presidente dell’Unione Province lombarde, non nasconde i timori di fronte al susseguirsi di notizie di questi giorni. Di definitivo, per ora, non c’è nulla, ma sabato il governo ha presentato un emendamento alla legge di stabilità in cui dice che la spesa per il personale delle Province va ridotta del 50%, ricollocando i dipendenti in modo prioritario nelle Regioni ed enti locali, e nelle amministrazioni dello Stato (agenzie, università, e così via). Potrebbero poi scattare con i sindacati anche valutazioni sull’utilizzo a tempo parziale del personale con maggiore anzianità contributiva.

Per Via Tasso, allo stato attuale dimezzare la spesa di personale significherebbe spendere circa 12,7 milioni in meno. Una situazione che, dalle prime stime, metterebbe «nel limbo» del ricollocamento 299 persone, più della metà dei dipendenti attuali.

Che sono circa 570 (con rapporto rispetto alla popolazione tra i più bassi d’Italia), e sono già in calo da tempo: «Con il blocco del turn over, in cinque-sei anni siamo diminuiti di una cinquantina», fa mente locale il direttore generale dell’ente, Benedetto Passarello. E, in questo clima di incertezza, non manca chi si è già mosso in cerca di alternative.

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