Nel turbinìo delle spese e degli sprechi scolastici, come si colloca la scuola bergamasca? Il problema principale è l’instabilità del personale. Per le supplenze si spendono 9 milioni di euro l’anno perché in corso d’anno 4.000 posti devono essere riassegnati; i trasferiemnti sono il 40%, con punte del 50% nei piccoli Comuni e nei Comuni di montagna. Cento docenti chiedono l’aspettativa per insegnare in università, 62 docenti sono inidonei alla cattedra e 10 sono comandati ad altri incarichi. Inoltre 507 docenti frequentano vari corsi (fino a 150 ore di permesso) secondo un accordo sindacale con l’ Ufficio Scolastico Regionale. L’accordo vale anche per i supplenti. I bidelli nei 145 istituti della provincia sono circa 2.200 (22.683 in Lombardia) metà di tutto il personale tecnico e amministrativo che ammonta a 4.025 unità. Poiché le classi sono 6.000, c’è un bidello ogni 3 classi. Il 40% dei collaboratori scolastici sono presi per legge fra gl iinvalidi, compresi quell iche devono lavorare seduti. Per i collaboratori scolastici si spendono ogni anno 45 milioni di euro. Alle scuole vengono dati pochi soldi, ma ci sono dirigenti che non usano i fondi di istituto ben oltre un sano accantonamento del 5% del bilancio per le emergenze: si arriva al 10 e anche al 17%. Comuni e Provincia sostengono le scuole che sono in condizioni dignitose per gli edifici scolastici e la sicurezza, per la dotazione di materiale e tecnologie. La qualità del sostegno ai disabili è messa a rischio dai tagli agli insegnanti, mentre l’arrivo di un numero consistente di ragazzi disabili alle scuole superiori suppone un carico finanziario per gli enti locali che Comuni e Provincia si rimpallano.
(03/05/2008)
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