Giovedì 23 Aprile 2009
Strozza, il terreno sta cedendo
Ci sono voragini di un metro

I residenti di via Vittorio Emanuele, tra i numeri civici 46 e 52, hanno fatto sentire la loro voce, insieme al gruppo di minoranza «Uniti per Strozza», che con un’interpellanza ha portato la situazione di pericolo all’attenzione del Consiglio comunale: «Abbiamo paura, non ci sentiamo più sicuri. Il terreno si sposta a valle, la strada comunale sta cedendo. Le nostre case si trovano appena sopra la frana, e i cortili sono crepati. Questa situazione di grande pericolo si protrae da mesi, e nessuno sembra essere in grado di risolverla».
Era il 10 ottobre scorso quando uno scavo in un cantiere privato di via Trieste, dove è tuttora in corso la realizzazione di un nuovo complesso residenziale, provocò alcuni smottamenti del pendio a monte della strada provinciale 14 della Valle Imagna. «Il Comune di Strozza – ha spiegato il sindaco Ruggero Persico – dispose immediatamente la messa in sicurezza del cantiere, e sollecitò più volte all’impresa esecutrice dei lavori il completamento delle opere e la messa in sicurezza a medio-lungo termine del versante».
Da ottobre a oggi si sono susseguite comunicazioni, conferenze di servizi, ordinanze, monitoraggi e relazioni tecnico-geologiche, ma nei residenti la paura rimane forte: «Nel prato si sono create voragini anche di un metro. Già alcuni pali dell’illuminazione pubblica sono stati sostituiti, perché sono scivolati insieme al terreno. E nonostante questa situazione di pericolo, sulla via Vittorio Emanuele hanno continuato a transitare automezzi senza limitazioni di portata».
Lo smottamento è stato inizialmente contenuto dalla società «Immobiliare Prima», proprietaria del cantiere, con la realizzazione di terre armate e con lo sbancamento di parte del pendio verso la valletta per creare un piede alla frana. Ma non si è fermato. Il Comune non è restato a guardare: la situazione è monitorata ogni giorno attraverso sette vetrini posizionati sulle fessurazioni.
«Chiediamo al Comune – ha detto però Rossano Mazzoleni del gruppo «Uniti per Strozza» – di attivarsi per una perizia geologica di parte, poiché tutte le perizie eseguite finora sono relazioni commissionate dalla ditta esecutrice dei lavori, e quindi probabilmente non così obiettive. Chiediamo inoltre di conoscere le effettive condizioni di sicurezza e di transitabilità del tratto di strada comunale interessato, e di conoscere lo stato di avanzamento dei lavori di messa in sicurezza della zona. E ancora, soprattutto, di conoscere quando i privati, a cui è stato limitato l’accesso alle proprietà private, potranno ritornare alla normalità e cosa verrà corrisposto per disagi e danni arrecati».
Dal canto suo, la società «Immobiliare Prima», proprietaria del terreno, si dichiara non responsabile della situazione: «Abbiamo acquistato il terreno e dato in appalto le opere edili – afferma Jessica Spatola, amministratore unico della società –. Non ci riteniamo responsabili di questo movimento franoso, causata da terze parti. Ci limitiamo a rispondere al Comune in qualità di proprietari del terreno, ma siamo esonerati da ogni colpa. In ogni caso, i lavori di messa in sicurezza del cantiere inizieranno la prossima settimana».
«Il Comune di Strozza – ha confermato il sindaco ai residenti – è in attesa dell’effettivo avvio dei lavori di consolidamento e di realizzazione di una "paratia" con palificazioni lungo il confine tra l’area di cantiere e le proprietà private, alla cui regolare esecuzione sono legati la cessazione dell’attuale stato di preallarme e l’auspicato ritorno alla normalità». Ma il rischio chiusura strada e sgombero delle abitazioni incombe: «Qualora – risponde il Comune – la situazione dovesse ulteriormente peggiorare, con un pericolo effettivo ed immediato per gli utenti della strada provinciale 14 e per gli abitanti di via Vittorio Emanuele, il Comune si riserva di emettere ordinanza di chiusura della strada e di sgombero delle abitazioni interessate». Nel frattempo, da sabato, il transito su via Vittorio Emanuele sarà consentito solo ad automezzi di massa complessiva non superiore alle 3,5 tonnellate.
m.sanfilippo
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