Tasso occupazione femminile
Bergamo cenerentola in Lombardia

Con la crisi sono gli uomini ad aver sofferto di più in termini di tasso occupazionale. Una tendenza già anticipata nei giorni scorsi sulle pagine de L’Eco di Bergamo nel lancio dell’inchiesta sul lavoro femminile in corso a L’Eco café,

L’occasione è stata data dalla fiera Creattiva, dedicata alle arti manuali, settore dove le donne sono protagoniste. La tendenza viene rafforzata da alcuni dati elaborati da Cgil Bergamo. L’analisi statistica effettuata dal sindacato si focalizza sul lavoro femminile e, in modo particolare, su come è cambiato dall’esplosione della crisi.

In un raffronto tra il 2004 e il 2013, la differenza più grande tra uomini e donne sta nel dato della disoccupazione. Nel 2004 il tasso per le donne era del 5,01% e nel 2013 è salito all’8,84%. Per gli uomini si è passati invece dal 2,71% al 6,38%. Una forte discrepanza tra uomini e donne si riscontra anche nel tasso di occupazione.

Se per le donne, tra il 2004 e il 2013, il valore è rimasto pressoché invariato con un calo di neanche mezzo punto percentuale (nel 2004 si attestava al 51,91%, nel 2013 al 51,50%), per gli uomini il calo è molto più evidente: nel 2004 il tasso di occupazione era del 75,90% mentre nel 2013 si è scesi al 72,71%.

Parlando appunto di disoccupazione, o inattività lavorativa, Bergamo ha un primato lombardo, come provincia dove il tasso di occupazione femminile è il più basso della regione, con il 51,50% su una media del 57,29%.

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