Terapia del dolore: i medici bergamaschi in campo contro la «terza emergenza mondiale»

L’Ordine dei medici di Bergamo che ha deciso di scendere in campo per lanciare il «Progetto Bergamo senza dolore», iniziativa per sensibilizzare pazienti e medici sulla terapia del dolore. A coordinarlo sarà Gianbattista Cossolini, direttore dell’ Unità di cure palliative dell’Hospice di Borgo Palazzo, nel capoluogo, e da oltre 30 anni studioso di queste problematiche: «L’Italia - dice - è purtroppo maglia nera in un ambito che, secondo una recente ricerca, tocca comunque un italiano su 4. Non solo: il 46% degli interpellati denuncia di soffrire di dolori, con origine diversa, da più di 10 anni eppure il 5% non si sottopone ad alcuna terapia. E in questo la colpa è anche dei medici: mancano preparazione e formazione, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti».Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, il nostro Paese è al penultimo posto nel mondo per uso di morfina su un milione di abitanti. «Eppure - sottolinea il presidente dell’Ordine, Emilio Pozzi - sarebbe sbagliato confondere la questione del dolore con quella dei malati terminali. Basti pensare al dolore dei giovani, o a quelli provocati, nelle donne, dal parto e dai cicli mestruali».Di fronte a quella che, secondo l’Oms, è la terza emergenza mondiale, l’Ordine dei medici di Bergamo ha quindi deciso di mobilitarsi, ottenendo l’appoggio dell’ Università di Bergamo e delle realtà sopedaliere territoriali: «Puntiamo - dice Cossolini - a studiare, approfondire e anche a creare buone prassi. I medici devono essere preparati e i pazienti devono conoscere i trattamenti che possono chiedere».Tra gli obiettivi c’è anche quello di creare, in ogni ospedale, il Comitato ospedale senza dolore previsto dalle Linee guida dell’accordo Stato-Regioni, da federare poi in un unico Comitato di coordinamento. «Sarebbe - conclude Pozzi - la prima esperienza in Italia».(30/03/2006)

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