Torna a splendere il Carmine
Grazie al cuore dei bergamaschi

Dopo più di tre anni di lavori, domenica mattina si è ufficialmente alzato il sipario sulla restaurata chiesa di Sant’Agata nel Carmine di via Colleoni, in Città Alta, una chiesa di cui si è iniziato a parlare dal 1356.

Dopo più di tre anni di lavori, domenica mattina si è ufficialmente alzato il sipario sulla restaurata chiesa di Sant’Agata nel Carmine di via Colleoni, in Città Alta, una chiesa di cui si è iniziato a parlare dal 1356.

Il progetto di restauro è stato curato da un team di professionisti, architetti e ingegneri, che si erano già occupati della ristrutturazione della chiesa di San Pancrazio: sono gli architetti Marco Paolo Servalli e Adele Sironi che hanno lavorato fianco a fianco con l’ingegnere strutturista Marco Verdina, con l’architetto Paola Moretti de «La Torre Restauri», con Francesco Colleoni di «Impresa Colleoni Pietro» e con la Vitali di Zogno (per il consolidamento) e la Emi di Almè per la parte elettrica.

«L’intervento di ristrutturazione ha riguardato in particolar modo la struttura esterna della chiesa» – ha spiegato l’architetto Servalli.

Regione Lombardia e Cei hanno coperto i costi del primo lotto mentre Hcb srl (Albergo San Lorenzo), Lamiflex Group, Bossong Spa, La Torre Restauri, Ristorante « Da Mimmo» e la Fondazione Cariplo hanno provveduto a un finanziamento a fondo perduto del 50% coprendo buona parte dei lavori rimanenti.

Anche altri privati hanno contribuito ai lavori di restauro grazie a un progetto della Fondazione Cariplo che dava la possibilità di «adottare una cappella», ma anche grazie all’asta di oggetti antichi, all’utilizzo degli spazi del Seminarino.

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