Tornano i ladri sulla ciclopista del Morla
Dopo le fontane rubate anche le panchine

Dopo i bottoni delle fontanelle, pensavamo di aver visto tutto. E invece no. La creatività (bacata) dei ladri di casa nostra non ha limiti e una prova la si è avuta lungo la pista ciclopedonale del Morla. «Ci hanno rubato tutte la panchine», dice l’assessore all’Ecologia Fausto Amorino, con malcelato scoramento. «Ma come si fa? Dove le hanno messe?», prosegue. La risposta non è certa, ma con un po’ di fantasia si può pensare che, complice la bella stagione, qualche bel giardino le abbia accolte senza colpo ferire. «È la prima volta che a Bergamo succede una cosa del genere. E dire che di panche ce ne sono ovunque e da decenni, dai parchi al piazzale degli Alpini».Delle panchine, nuove di pacca, oggi restano soltanto i segni dei basamenti. Qualcuna, a dire il vero, ha resistito: «Due o tre ci sono ancora – spiega Amorino –. Forse non sono riusciti a svitarle. O forse i ladri di dieci panche da quasi due metri l’una ne avevano abbastanza». Il tratto di pista ciclabile preso di mira è quello che, costeggiando il corso d’acqua, si snoda da via Maironi da Ponte verso Valverde. Proprio lì i malviventi erano entrati in azione qualche tempo fa, ingaggiando con il Comune un tira-e-molla, o meglio, un ruba-e-rimetti. Panchine? No: il bottino allora erano i bottoni a pressione delle vedovelle. Quelli di ottone, intonati alla struttura (ben ancorata al suolo per fortuna sua e dei contribuenti) andavano letteralmente a ruba. Così, dopo un paio di tentativi, a Palafrizzoni si è decisa la conversione all’alluminio, terra terra ma certamente di minor attrattiva. Eppure i guai, evidentemente, non erano finiti: «La scorsa settimana ho ricevuto alcune segnalazioni – dice l’assessore – prima il biglietto di un ciclista, poi le chiamate di qualche residente. Sono andato a vedere di persona ed era vero: le panchine non c’erano più. Roba da matti». I ladri, armati di pazienza, cacciavite e chissà cosa altro, si sono messi d’impegno e hanno svitato (in alcuni casi sradicato) le panche. Sembra abbiano fatto con calma, lavorando in due notti distintamente. E che la faccenda sia costata anche una bella sfacchinata, con il bottino portato a braccio in strada. «Ma è difficile dire come sia successo. La zona è un po’ isolata». Un furgone sospetto pare sia stato effettivamente notato, ma è un mistero la strada presa dalle panche, «che erano nuove – incalza Amorino –, posate nemmeno sei mesi fa su richiesta dei cittadini. Ci avevano domandato di aumentare i punti per sedersi dopo l’inaugurazione, un anno fa, della pista». Quelle panche, dice l’assessore, «non erano nemmeno particolarmente elaborate. Ferro e legno, assolutamente classiche». Il danno si aggira sui 2 mila euro («Ma non è il danno economico ad amareggiare») e l’intenzione ora è rimetterle: «Di certo raddoppieremo la dose di cemento per ancorarle al terreno. Antiestetico? Pazienza. Non se ne può più».E su panche e panchine ruota un altro piccolo giallo, che riguarda però l’area verde di via Mozart, dietro alla Malpensata. In Comune alcuni giorni fa qualcuno si è allarmato: «Dove sono finite le panche del parchetto? Resta solo il basamento». Nessun furto, questa volta. «Non erano panche ma due muretti ornamentali da tre metri circa – spiega la presidente della Circoscrizione Degna Milesi –. Li abbiamo fatti demolire noi su richiesta dei residenti, perché erano diventati punto d’incontro per persone poco raccomandabili. In Comune non sanno dove sono? Semplice, sono stati fatti a pezzi». I titolari di Patrimonio, Opere del verde e Sicurezza pare però non abbiano firmato nulla per l’abbattimento: «Mi pare strano – dice stupita Milesi –. Comunque l’intervento è stato condotto più di un anno fa dagli operai del Comune». E ancora una storia di panchine è quella di Borgo Palazzo: «Davanti al Sert – prosegue Milesi – è in corso un’opera di urbanizzazione. Sono previsti dei parchetti con panchine, ma i residenti non vogliono queste ultime perché temono possano incoraggiare la presenza dei tossicodipendenti. È partita una raccolta firme in proposito». Chissa che, se sfrattate, quelle panchine non possano migrare sul Morla.(06/06/2008)

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