Tragedia di Azzano, il giallo dell’accelerata
L’appello del pm al Riesame

Impugnata l’ordinanza del gip che riqualifica in omicidio stradale la morte di Luca Carissimi e Matteo Ferrari. La difesa: «Fatto colposo».

La morte di Luca Carissimi e Matteo Ferrari, nella notte tra il 3 e il 4 agosto ad Azzano, fu un omicidio colposo o un delitto volontario? L’appello del pm Raffaella Latorraca, discusso martedì 24 settembre mattina al tribunale del Riesame di Brescia, è nelle mani dei giudici che sulla decisione sono in riserva. La questione in sospeso resta la stessa e riguarda la spiegazione della manovra in accelerazione della Mini Cooper guidata da Matteo Scapin contro la Vespa dei due ragazzi che ne provocò la caduta fatale a terra. Riqualificando l’ipotesi di reato in omicidio stradale e omissione di soccorso, il gip aveva sottolineato la mancanza di elementi univoci per sostenere la volontarietà della condotta di Scapin, accogliendone in parte la versione della fuga in preda al panico dopo i litigi in discoteca e la rottura del lunotto della Mini.

Impugnando l’ordinanza il pm aveva contestato le dichiarazioni di Scapin, sottolineando come le fotografie, i video, le testimonianze dei ragazzi che seguivano la Vespa e la dinamica dell’impatto depongano a favore della volontarietà dell’omicidio. Ieri a Brescia i legali di Scapin hanno ribadito la versione della non pianificazione della manovra e della reazione in stato di panico. Sulla dinamica le parti attendono l’esito dell’incidente probatorio entro il 26 dicembre.

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